
Allâ inizio era la provocazione.... Con un linguaggio da âPorta a Porta dopo il terzo bicchiere di rossoâ, Artù cercherà di percorrere qualche strada vergine della televisione italiana tra sondaggi che hanno tutta lâaria di essere veri, ma che sono completamente inventati, testimonianze così false che portano alla verità , veri scoop che servono a dimostrare le bugie e ospiti che non si vedono mai in tv. Così, se a parlare dellâ ergonomia sessuale della Cinquecento sarà il direttore di âQuattroruoteâ, per dare una risposta sul postino è necessario sperimentareâ¦
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 E già dalla prima puntata si azzanna lâattualità , anzi, le emergenze-contingenze: il caso dei lavavetri a Firenze, dei piccioni a Venezia e dei giocattoli tossici. A dare il proprio contributo sul primo, un lavavetri di Napoli che spiegherà come funziona il racket e un titolare di unâazienda di spazzole che per vendere i prodotti usa lo slogan âle preferite dai lavavetriâ. Ma nel Dna di Gene Gnocchi non poteva mancare lo sport: Valentina Demy, attrice hard e campionessa di body building, racconterà ciò che ha sperimentato sulla propria pelleâ¦.
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Ad affiancare lâimpavido Gnocchi, la brasiliana Nara Natividade, la domenicana Maristhelle Garcia, lâolandese Flo Bouma e la finlandese Jatta Kakkonen. Non le classiche soubrette con gli attributi ben in vista, ma ragazze carine, per giunta vestite. Ad attenderle, una bella divisa in stile college inglese e un ruolo piuttosto attivo allâinterno del programma. Saranno loro, infatti, a relazionarsi col pubblico in studio e ad occuparsi della lettura di schede e sondaggi. In un talk show come Artù, anche le vallette dovevano essere particolari: in una macedonia di etnie, due di loro sono di carnagione scura e due di carnagione chiara. Un modo per parlare di globalizzazione? No, un modo per trovare unâoccupazione: la finlandese Jatta Kakkonen con la battuta âsembriamo le Ringo Girlsâ si è infatti assicurata il posto nel programma. Perché qui, la simpatia conta più della bellezza.
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Artù è un programma semplicemente complicato, dagli elementi essenziali: una scenografia che sembra disegnata da Jader Jacobelli per la storica âTribuna Politicaâ, una tavola rotonda, cinque ospiti non necessariamente famosi, un parterre di pubblico con libertà di intervento, un tema di stridente attualità , un florilegio di variazioni sul tema medesimo e quindici minuti per parlarne.