Non esiste un unico parametro per definire la televisione generalista di qualità. O meglio, «ci sono tanti tipi diversi di qualitàquante sono le tipologie di televisione. E quella tricolore deve puntare innanzitutto sulla tradizione».
Così Claudio Petruccioli. presidente della Rai, ha aperto ieri la conferenza stampa della 59ma edizione del Prix Italia che si tiene questa settimana a Verona. Il numero uno di viale Mazzini, che ha usato il termine «tradizione» fondamentalmente per fare l'apologia delle non troppo fortunate serate di Miss Italia 2007, ha anche cominciato ad anticipare alcuni elementi del piano editoriale che il eda da lui presieduto dovràapprovare a breve.
Un'importante novitàpotrebbe riguardare i palinsesti, con una separazione del prime time in due fasce, in modo da anticipare l'orario di inizio della cosiddetta seconda serata. «Giàl'anno scorso ci sono state parecchie polemiche per l'avvio sempre più posticipato dei programmi serali, sia in Rai. sia in Mediaset, motivo per cui le trasmissioni che seguono vengono inevitabilmente relegate a ore impossibili per la maggior parte dei telespettatori. Quello che mi piacerebbe proporre è la suddivisione di prodotti di una certa lunghezza, penso per esempio alle fiction, che hanno una durata media di 100-110 minuti, in due episodi da 55 minuti. Come duplice risultato otterremmo una seconda serata anticipata e, ne sono certo, un adeguamento del Biscione alla nuova gestione degli spazi».
Petruccioli commenta anche la scelta del consiglio di amministrazione di continuare a giocare la carta dei reality show, con L'isola dei famosi che imperversa ancora sulla seconda rete: «Io ero contrario, avrei voluto vedere che cosa sarebbe successo facendo a meno dei reality, ma sono entrate in gioco motivazioni soprattutto economiche che hanno indotto il eda a varare la nuova edizione del programma condotto da Simona Ventura. Per quanto mi riguarda, sono dell'avviso che chi persevera nel proporre questo tipo di format non faccia altro che adeguarsi a un tran-tran ripetitivo che mina la buona qualitàdell'offerta televisiva».
Il presidente della Rai ha poi ribadito il suo appoggio al ddl Gentiloni sulla riforma del sistema radiotelevisivo, auspicando nello specifico «la sostituzione della figura del direttore generale con un amministratore delegato. Una persona che, investito del mandato, possa guidare l'azienda in maniera autonoma ed efficiente. Sono però conscio del fatto che per alcune criticitàdell'attuale sistema risolte, come l'estrema lentezza dei lavori dovuta alla continua ricerca di una convergenza tra le parti, avremmo una serie di nuovi problemi con cui confrontarci».
Petruccioli ha spiegato infine la sua concezione del ruolo della tv generalista per gli anni a venire. «Rispetto ai canali tematici e alla pay tv, fruendo dei quali l'utente adatta i contenuti alle proprie esigenze, làtelevisione generalista ha nei confronti dello spettatore il compito di aggiungere senso ai prodotti che trasmette attraverso i palinsesti, che ora più che mai fungono da collante sociale creando l'effetto piazza che l'uso privato della pay tv non consente in alcuna maniera. Rispetto alla ricchezza della programmazione, non penso che quantitàsia in antitesi con qualità, credo solo si debbano utilizzare parametri diversi per valutare le singole tipologie di offerta, anche quando prodotto dal medesimo operatore».
Domenico Aliperto
per "Italia Oggi"