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Per imparare le lingue, addio al doppiaggio in italiano

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Fonte: Indipendente

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Televisione
  giovedì, 27 settembre 2007
Nella campagna per la promozione dell'apprendimento delle lingue straniere la Commissione europea dichiara guerra ai doppiatori di film e programmi televisivi.

"I sottotitoli rappresentano uno strumento straordinario per imparare le lingue facilmente e divertendosi", ha indicato il "ommissario in carica per il Multilinguismo, Léonard Orban, fissando così i primi paletti di quella che da qui a un anno sarà la strategia europea.

I dati parlano chiaro: i Paesi in cui si fa massicciamente ricorso al doppiaggio, sono anche quelli dove si riscontrano i più bassi livelli di conoscenza di una lingua straniera. E l'Italia ne è un esempio evidente.

La programmazione televisiva e cinematografica nazionale è di fatto esclusivamente in italiano, se si eccettuano alcuni programmi delle reti musicali per giovani - come Mtv - e la programmazione di pochi cinema alternativi nelle grandi città. I corsi di lingua sono da tempo obbligatori in tutte le scuole, ma soltanto un terzo degli italiani dice di essere in grado di sostenere una conversazione in una lingua straniera, secondo gli ultimi rilevamenti di Eurobarometro.

Si tratta di uno dei dati peggiori in tutta l'Unione europea, dove in media un cittadino su due dichiara di conoscere almeno una seconda lingua. Il quadro complessivo vede i Paesi mediopiccoli, dove il doppiaggio quasi non esiste, con tassi di conoscenza di idiomi stranieri a oltre l'80 per cento. Ne sono un esempio Olanda, Slovenia, Malta, Danimarca, Lettonia.

All'altro capo della lista ci sono invece i Paesi più grandi con tradizioni linguistiche nazionali molto forti, che si traducono nei media in programmazioni regolarmente doppiate. La Gran Bretagna guida il drappello, seguita da Italia, Spagna, Francia e Germania.

«I gruppi televisivi che fanno regolare uso del doppiaggio dovrebbero essere incoraggiati a sottotitolare i programmi, in aggiunta al tradizionale dubbing», conclude perentoriamente il gruppo di undici esperti europei cui la Commissione ha affidato il compito di valutare la situazione della conoscenza delle lingue in Europa.

Questa linea consentirebbe finalmente agli italiani di sentire la vera voce delle star di Holliwood, ma sarebbe un danno per la fiorente attività di doppiaggio. D'altronde, gli italiani negli anni '50 impararono l'italiano con la televisione. Che presto succeda lo stesso con l'inglese?

Francesco Guarascio
per "Indipendente"

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