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«Ci sono due svolte di cui oggi in Italia ancora nessuno parla», ha proseguito Morcellini, che spiega: «Oggi assistiamo al fenomeno dei nuovi anziani, protagonisti di inediti consumi culturali rispetto al passato. Infatti, è stato studiato che nel primo decennio in cui si esce dal lavoro, si è culturalmente più attivi. E questo atteggiamento sembra quasi essere la ripetizione dell'irresponsabilitàgiovanile però vissuta da adulto». Morcellini richiama recentissime ricerche statunitensi dalle quali emerge che quando gli anziani riducono i rapporti con i grandi media, soprattutto la televisione e il telefono, significa che stanno perdendo speranze di rapporti con gli altri. A volte è una logica conseguenza del declino fisico, mentre altre invece prescinde.
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Facendo riecheggiare una metafora degli indiani d'America, quando un anziano si distacca dalla televisione intende ritirarsi sulla montagna, cioè prepararsi al passaggio finale. Lo studioso conclude le sue argomentazioni sostenendo che la proposta di abolire il canone, non va però letta sotto un profilo caritatevole ma invece inserita all'interno dei nuovi dati sociali che stanno emergendo che confermano cosa significa essere anziani nel tempo moderno.
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Secondo Morcellini, infine, i costi economici non sono paragonabili ai costi sociali, perché questa idea paradossalmente può produrre ricchezza perché può allargare la platea dei consumi culturali, in un'etàin cui si pensa - a torto -che sia arrivata la fine.
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Mario Caligiuri
per "Quotidiano Nazionale"
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