E' cominciata per Mediaset la lunga marcia verso le Olimpiadi di Pechino dell'agosto 2008.
Attraverso Publieurope, la concessionaria pubblicitaria con base a Londra (ma anche a Monaco, Parigi e Losanna), il gruppo che fa capo alla famiglia Berlusconi ha raggiunto un accordo triennale con Cgm Sport Channel, il canale televisivo lanciato nell'aprile 2007 da China Global Media proprio nella prospettiva di trasmettere i Giochi.
Si tratta della principale emittente cinese «in chiaro», sul modello di Espn, interamente riservata agli avvenimenti sportivi. Non escluso il calcio, sport nazionale per l'Italia ma in forte crescita di pubblico anche in Cina.
Attualmente Cgm Channel ha una copertura su sei province cinesi, con un pubblico complessivo di 290 milioni di persone, assicurato grazie alle sei emittenti regionali che fanno parte del suo network. Ma entro l'estate dell'anno prossimo conta di raggiungere tutte le 42 province del Paese, con un bacino potenziale di circa un miliardo di telespettatori.
Per il gruppo presieduto da Fedele Confalonieri, l'intesa arriva dopo molti mesi di trattative. Fin dallo scorso marzo, infatti, l'amministratore delegato del Biscione e numero uno di Publitalia, Giuliano Adreani, aveva espresso il suo ottimismo sull'esito del negoziato. «Siamo sempre pronti a cogliere buone occasioni in campo internazionale», aveva sottolineato.

Prima dell'inizio dei Giochi Olimpici la società aprirà anche un sede a Pechino, ulteriore passo nella diversificazione geografica delle attività . Ma tra gli obiettivi del gruppo potrebbe esserci anche un eventuale ingresso nel capitale di China Global Media. Anche se in Cina la quota massima permessa è il 49%.
Quanto a Mediaset, l'intesa appena raggiunta le consentirà di trasmettere sulle proprie reti (Canale 5, Italia Uno e Rete Quattro) gli eventi sportivi di cui Cgm Channel detiene i diritti di trasmissione.
Ma in prospettiva ci sono progetti più ampi. Il gruppo del Biscione, tanto più ora che controlla una società produttrice di contenuti tv come Endemol, non nasconde il suo interesse per lo sviluppo di China Global Media verso altre piattaforme per la diffusione dei programmi, dalla pay tv fino all'Iptv, la distribuzione di contenuti digitali su protocollo internet.
Giancarlo Radice
per "Il Corriere della Sera"