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La serie Usa (trasmessa da Italia 1), tutta basata sulle raccapriccianti ricerche di un gruppo di poliziotti-criminologi sui killer di turno, ha avuto tale fortuna da essersi divisa in tre titoli distinti («Las Vegas», «Miami», e «New York»), ognuno con interpreti e storie autonome. Non solo, i telefilm horror-poliziesco crescono come funghi: «Ncis», «Criminal minds», «Cold Case» fino ad arrivare al recentissimo «Dexter», l'ultimo telefilm-splatter made in Usa. Chi guarda i canali satellitari Sky già conosce il criminologo con il «vizietto» dell'omicidio, ma è facile immaginare che prima o poi anche questo killer, che ama «incartare» le sue vittime con la pellicola trasparente (ma sì, proprio quella della cucina) e poi farle a pezzi con il bisturi arriverà sulla tv in chiaro. «Dexter», tratto dal romanzo «La mano sinistra di Dio» di Jeff Lindsay, è trasmesso da FoxCrime e al momento è l'ospite d'onore del «Courmayeur Noir in Festival».
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L'horror televisivo è nato, senza troppi clamori, undici anni fa con «Millennium», serie tv con Lance Henriksen ideata da Chris Carter (quello di X-files). Partita nel '96 e arrivata al 2000 con 67 episodi, iniziava con un agente di polizia che metteva una testa mozzata in una busta di plastica. La scena, ai tempi, fece discutere. Oggi è «robetta» visti gli orrori che girano. Comunque una volta lo splatter televisivo, negli Usa come in Italia, era un genere da seconda serata, riservato a un pubblico di appassionati. Ma con il tempo le cose sono cambiate: le serie in stile «Sulle strade della California» e «Chips», i classici polizieschi, sono passate in secondo piano. Oggi il grande pubblico vuole il sangue. Ma, s'intende, solo in tv.
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Antonio Angeli
per "Il Tempo"
per "Il Tempo"