
Ieri, il ministro delle Comunicazioni, Paolo Gentiloni, ha firmato il decreto che fissa a 106 euro l'ammontare del canone Rai per l'anno 2008. Per Gentiloni, questo consentirà alla Rai di coprire i costi che prevedibilmente verranno sostenuti il prossimo anno.
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Alle inevitabili polemiche sollevate dall'opposizione, che quando era al Governo ha fatto esattamente la stessa cosa, risponde Fabrizio Morri, capogruppo del Pd-Ulivo in commissione Vigilanza Rai: "A meno che, accentuando le difficoltà nelle quali già versa l'azienda, non si desideri che la Rai soccomba nella sfida delle televisioni commerciali".
A Morri, così come a tutti i "vigilini" parlamentari, chiediamo se davvero sia compito del servizio pubblico quello di competere con le tv commerciali. Dove è scritto? Qual è la legge di riferimento?
Ma anche se lo fosse (cosa che contraddirebbe la sua natura di servizio "pubblico" e quindi non "commerciale"), perchè competere barando, grazie a centinaia e centinaia di milioni di euro in tasse prelevate ogni anno dai cittadini a suon di minacce, controlli a domicilio, Guardia di Finanza, cartelle esattoriali, fermi amministrativi e pignoramenti?
Due consigli al legislatore, di destra e di sinistra, se intende davvero cambiare strada:
1. abolire il canone e privatizzare la Rai, così da permetterle di competere con le tv commerciali ad armi pari. Chissà, forse potrebbe così finire l'odioso duopolio televisivo, e la Rai potrebbe informare i cittadini liberamente senza dover rendere conto ai governanti di turno.
2. ma se proprio non c'è questa volontà, perché la Rai è strumento troppo prezioso per la sopravvivenza dei partiti, almeno la si smetta di menarsela con gli "aumenti per far fronte all'inflazione". La Rai ed il Governo continuano a bendarsi gli occhi di fronte ad una evasione del canone/tassa di circa un miliardo di euro ogni anno da parte delle aziende, tasse evase che risolverebbero ogni suo problema finanziario e potrebbero portare ad un dimezzamento del canone per le famiglie italiane. Ovviamente, invece dell'ira dei cittadini, facilmente ignorabile, i politici dovrebbero affrontare la ben più "pericolosa" reazione delle varie organizzazioni industriali.
Pietro Yates Moretti,
consigliere Aduc
consigliere Aduc