Che cosa di più inatteso, dunque, per la Mediaset impegnata a crescere in Europa e a evitare la tagliola unilaterale minacciata dalla Gentiloni in Italia, dell'improvvisa offerta di collaborazione lanciata proprio contro Sky da Alessandro Curzi, sulle colonne di LiberoMercato? Curzi sa benissimo che l'incarico nel cda Rai volge al termine col prossimo giugno, che l'azienda pubblica radiotelevisiva è attraversata da marosi pesanti esattamente come la politica italiana, eppure ha intenzionalmente voluto lanciare una proposta che forse in pochi si aspettavano. Perché Rai e Mediaset non ragionano insieme su una piattaforma comune sul
digitale satellitare? E noi abbiamo girato prontamente la domanda a Pier Silvio, di ritomo dalla convention monegasca. Non ha esitazioni. «Ragionare con la Rai per una piattaforma comune sul digitale? Siamo più che d'accordo», dice. «È da tempo che lo proponiamo: è un'ottima notizia il fatto che un consigliere autorevole ed esperto come Sandro Curzi abbia lanciato un segnale positivo in questo senso».
Del resto, in questo caso nessuno potrebbe dire che si tratterebbe di un'anomalia italiana. «Quel che è successo nel digitale terrestre in Inghilterra è istruttivo», risponde. «I principali operatori, Bbc, ITV, Channel 4 e Channel 5, hanno costituito una piattaforma comune,
Freeview, che oggi ha una penetrazione superiore a quella di BSkyB, la proposta satellitare dì Rupert Murdoch. La forza di Freeview è di avere un unico nome, fare pubblicità comune e proporre canali che coprono i vari interessi dei telespettatori senza inutili sovrapposizioni. In questo modo, il pubblico ha capito la forza della proposta e i risultati d'ascolto sono davvero positivi».
E se ora il modello si importasse in Italia sul satellitare? «Insomma, se un accordo del genere avvenisse tra tutti gli operatori italiani del digitale terrestre, la forza della piattaforma sarebbe moltiplicata e i telespettatori avrebbero un servizio migliore. Un'ipotesi del genere potrebbe riguardare anche, la piattaforma satellitare, dove al momento opera un unico operatore».
Ma la domanda delle cento pistole è un'altra. Quella di Sandro Curzi è una voce solitaria dal sen fuggita, con qualche punta di provocazione rispetto a tanti luoghi comuni propri della sinistra, oppure dal punto di vista di Mediaset si aprono davvero spiragli credibili di cooperazione, seppure in un quadro così perturbato come quello dell'Italia di questi ultimi mesi?
Pier Silvio sorride, respinge il calice delle allusioni politiche. «Come ho detto, limitiamoci a considerare la cosa nella logica del sistema, senza sconfinare in altri campi. Speriamo che la proposta avanzata da Curzi abbia un seguito in Rai e si affermi nel Paese: sarebbe anche un modo per rafforzare l'offerta italiana nel clima di competizione globale che ormai caratterizza la nostra televisione».
"Libero"
(20/01/08)