«A distanza di due giorni dalla sua approvazione, mentre si infittiscono le indiscrezioni giornalistiche, l'azienda ancora non riesce a spiegare quali sono le linee strategiche, quale ruolo viene riservato ai vari tg, a cominciare dal nostro, quali figure professionali possono essere penalizzate. Il Cdr del TG2, in attesa di conoscere nel dettaglio il piano editoriale, riafferma che i giornalisti della Testata vogliono essere protagonisti, insieme agli altri lavoratori, di una fase molto importante e delicata per la Rai. Una Rai che, pur nelle difficoltà di una situazione economica preoccupante, deve guardare al proprio orizzonte con uno slancio di sviluppo e non soltanto, e tristemente, con una volontà di risparmio. La giusta lotta agli sprechi deve essere coerente e non può confondersi con una pericolosa logica di ridimensionamento. Vogliamo - continua la nota - una Rai dove le varie testate giornalistiche, e quindi anche il TG2, possano esprimere al meglio e negli spazi più significativi la propria offerta di notizie ed approfondimenti».
«I giornalisti del TG2 saranno i primi a sperimentare il processo di rinnovamento tecnologico che porterà alla ''digitalizzazione'' delle testate generaliste della Rai. Si tratta di un impegno gravoso, molto significativo e, ci auguriamo, esaltante. Ma ogni passo - continua il Cdr della testata - andrà fatto con un confronto sindacale permanente e la ristrutturazione tecnica non dovrà, in nessun caso, mortificare le figure professionali».
«Per questa ragione, il Cdr del TG2 rinnova la richiesta di un confronto urgente, una conferenza di produzione, una discussione tra sindacato, giornalisti, direzione, azienda e rappresentanti degli altri lavoratori che concorrono alla realizzazione del nostro telegiornale e delle nostre rubriche. Su questa proposta, le prime risposte aziendali ci sembrano timide e poco lungimiranti. Anche l'unità dei lavoratori è, invece, un fondamentale patrimonio della Rai. La pur importante innovazione tecnologica non può creare da sola alcun reale progresso; sono le professionalità, come avviene nelle televisioni di tutto il mondo, a dare il contributo decisivo ad un'informazione completa e di qualità».