Caro Ezio Greggio, complimenti, Striscia resiste e contrattacca anche con Fiorello...
«Beh, Striscia è una grande realtà , che dura da ventâanni...».
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In tv è un successo quasi eterno, compresa questa settimana record...
«Dietro la trasmissione câè impegno e lavoro. Abbiamo ottenuto credibilità e affetto, una aiuta lâaltro».
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Lei dà lâimpressione di essere sempre in sintonia con tutti...
«Sono così di natura».
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Ma non si è ancora stufato di fare Striscia?
«No, anzi, è proprio quello che ho sempre voluto fare».
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E di vincere Telegatti?
«Macché. Ormai ne ho una trentina».
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Dove li tiene, in garage?
«No, ho allargato lo studio. Ma butterei volentieri giù unâaltra parete».
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Meglio Michelle o il signor Enzino?
«Meglio tutte e due».
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Che differenza câè tra un uomo e una donna, artisticamente parlando?
«Enzo e io siamo due mattacchioni, due canaglie, specie con le veline. Quando sono con Michelle passo in minoranza totale, tre contro uno».
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Câè qualche partner, che, corteggiato, ha detto: «Non vengo»?
«Da quando câè Enzino non cerco nessun altro».
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Chi le piacerebbe?
«Verdone. Lâintesa nascerebbe in automatico. Lui è una vittima predestinata, con me andrebbe a nozze».
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Delle mille segnalazioni che ricevete ogni giorno quante sono quelle fasulle?
«Che io sappia nessuna. La gente ci vede come la soluzione di tutti i mali».
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Vi è mai capitato di sbagliare, accusando ingiustamente un innocente?
«No, andiamo sempre a controllare con serenità e umiltà . Non perdoniamo i maghi imbroglioni e gli sfruttatori».
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Quanti colpevoli sputtanati si redimono...
«Purtroppo sono più i recidivi che i redenti».
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Ha mai avuto minacce da truffatori o affini?
«Ogni tanto un poâ di rogne arrivano».
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Le fa più paura la concorrenza dei pacchi o dei Soliti ignoti o di Fiorello?
«Nessuna delle tre. Il successo di Fiorello comunque mi fa piacere, è la televisione a guadagnarci. Sui pacchi niente da dire, anche se certe casualità sembrano strane. I Soliti ignoti la Rai li aveva già in casa, eppure li ha comprati. Per forza uno poi pensa male».
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Lei fa il giullare, lo sanno tutti, ma anche tanta beneficenza, e lo sanno pochi...
«Cerco di farla in punta in piedi. LââAssociazione Ezio Greggio per lâaiuto ai bimbi prematuriâ è nata tredici anni fa. Tra contributi Internet, la Nazionale magistrati, libri abbiamo aiutato ottanta ospedali con salvavita, incubatrici, ossimetri: consegna e messa in uso. Abbiamo salvato 400-500 bambini ogni anno».
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Lei ha 53 anni, non sarebbe ora di diventare un comico serio? Tognazzi ha smesso a 39 anni di fare il pagliaccio con Vianello...
«Accetto lâinvito, anche se un poâ ho smesso. Aspetto solo gli autori».
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Comunque lei ci prova da sette anni con il festival del cinema comico a Montecarlo...
«Per me è una missione. E siamo riusciti in parte a sdoganare il genere più amato dal pubblico».
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Lei ha diretto se stesso in tre film, Il silenzio dei prosciutti, Killer per caso e Svitati. Deluso?
«No. Sono tre storie che volevo vedere sullo schermo. Certo sono un regista improvvisato. Ma la gente ha apprezzato, anche in America».
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Invece è andato meglio come attore, da Yuppies a un paio di cinepanettoni...
«Logico, lâattore è un mestiere che conosco meglio».
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Però non è mai diventato né Boldi né De Sica...
«Vero, la loro popolarità cinematografica non lâho raggiunta. Ma ho scelto io di non fare più i film di Natale. In compenso Infelici e contenti è diventato un cult. Tanto che forse Pozzetto e io, ventâanni dopo, faremo il remake».
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Ora dopo nove anni ci riprova con Pupi Avati. Addirittura in un ruolo drammatico...
«E non sarà lâultimo».
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Boldi ci ha provato con Festival, guarda caso sempre con Avati ed è stato un flop disastroso...
«Un rischio che câè in tutti i film».
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Il titolo, Il papà di Giovanna, non è tanto invitante...
«La storia però è bellissima».
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Con lei ci sono Silvio Orlando e Francesca Neri. Gerarchicamente sarà quindi il terzo...
«Orlando è il protagonista. Io potrei anche essere secondo».
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Si dice: è più facile che un comico riesca a far piangere, piuttosto che un attore drammatico a far ridere. à dâaccordo?
«Assolutamente sì».
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Contento di essere il primo in popolarità della tv?
«Mi fa molto piacere. Anche perché non faccio quiz, né televendite, né ospitate. Ho grande rispetto per il pubblico».
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à passato un quarto di secolo da Drive In. Solo Vianello è rimasto più tempo in sella...
«Ne sono fiero».
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Riuscirà mai a diventare maglia rosa anche al cinema?
«Lâho già portata più volte».
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E maglia iridata a Hollywood?
«Quella è un poâ più complicata».
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per "Il Giornale"
(26/01/08)