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La nuova stagione di â24â si apre dopo 20 mesi dal quinto giorno, e la popolazione americana si sveglia sconvolta da una serie di attentati suicidi avvenuti in varie città degli Stati Uniti. Tornano le avventure dellâagente federale Jack Bauer (Kiefer William Sutherland), rude e violento, pronto a tutto per risolvere i casi che di stagione in stagione è costretto a trattare. Intorno a lui una galassia di colleghi spesso doppiogiochisti e nemici spietati che hanno saputo colpire i telespettatori con omicidi efferati e imprevedibili.
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Il successo planetario di â24â sembrerebbe consacrare in modo definitivo la trama innovativa del telefilm. Nel saggio inedito âContro il tempo, contro lo spazioâ contenuto in âMONDI SERIALI. PERCORSI SEMIOTICI NELLA FICTIONâ, libro edito da Mediaset in uscita venerdì 7 marzo, Carlo Freccero sottolinea infatti come âLâidea che riassume e anticipa la struttura della serie è già compresa nel titolo: 24 sta per 24 ore, un giorno, la durata complessiva dellâazione che si svolge in tempo reale, senza salti cronologici, in 24 episodi della durata di unâoraâ.
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Nellâultima uscita della collana âLink Ricercaâ Carlo Freccero spiega come âOgni stagione del telefilm sia costruita come un timer che ineluttabile scandisce le ore che ci separano dalla fine. Periodicamente, prima dellâinterruzione pubblicitaria, le storie parallele che costruiscono il racconto confluiscono sullo schermo quadripartito, occupato dallâimmagine centrale di un orologio digitale, in una sorta di riassunto dellâazione e di consuntivo temporaleâ.
âCome sostiene lâideatore di 24, Joel Surnow â dichiara Freccero - la cosa più ovvia per creare un racconto di successo è trovare un buon soggetto. 24 nasce invece come meccanismo narrativo. La scelta del terrorismo come soggetto del serial è sicuramente funzionale alla scansione ritmica del racconto. Inoltre- secondo lui- lâapprofondimento dei problemi, lâanalisi delle cause sociali e la comprensione dei disagi psicologici rallentano o bloccano lâazione. I cattivi contribuiscono alla macchina narrativa, mentre i veri elementi di disturbo non possono che essere i personaggi che tentano di opporsi allâazione e quindi i difensori dei diritti umani, i legali garantisti, i burocrati che vogliono difendere la legge e le sue applicazioni. Insomma, le tradizionali figure di âbuoniâ e di eroi che il cinema impegnato ci ha consegnatoâ.