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Manca, nell'odg della convocazione recapitata oggi agli otto consiglieri, il rinnovo del direttore generale: a quanto si apprende, Garimberti starebbe studiando le complicate procedure di nomina, e non si esclude un'integrazione last minute. La prassi prevede che sia il Consiglio a indicare uno o più candidati alla poltrona di dg. A quel punto, il presidente convocherà l'Assemblea dei soci per cercare "l'intesa" necessaria alla nomina del successore di Cappon. Per un'assemblea ordinaria è necessario un intervallo di 20 giorni dalla pubblicazione della convocazione sulla Gazzetta ufficiale. Nel caso di un'assemblea "totalitaria", invece (ma è imprescindibile che tutti gli azionisti e il consiglio siano presenti alla riunione), i tempi si stringono notevolmente: l'assemblea potrebbe riunirsi in poche ore e nominare il dg.
Sulla poltrona di Claudio Cappon, a meno di sorprese dell'ultima ora, dovrebbe sedersi il segretario generale di Palazzo Chigi, Mauro Masi. Gli verrebbero affiancati tre vice: Giancarlo Leone, che manterrebbe il suo posto, Gianfranco Comanducci (con delega forte al personale), Antonio Marano (con delega alla programmazione).
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Per la poltrona del Tg1, tuttavia, sono diversi i candidati in corsa. An, Fini in testa, continua a insistere su Mauro Mazza, che verrebbe promosso dal Tg2 (su cui si concentrano le ambizioni della Lega), ma il Cavaliere non sembra disposto a cedere agli alleati la poltrona del tg ammiraglio: tra i 'papabili' c'è il direttore del Mattino Mario Orfeo, che la scorsa settimana ha incontrato il premier a cena. Tra le urgenze, anche la direzione di Raiuno: in questi giorni, si è fatto il nome di Clemente Mimun, ma oggi è lo stesso direttore del Tg5 a smentire un suo imminente ritorno in Rai: "Sto benissimo a Mediaset dove si lavora guardando a prodotto e risultati. Per uno come me è l'ideale".
In ogni caso, per avviare il valzer di avvicendamenti a reti e tg bisognerà attendere l'elezione del dg: è lui, infatti, che propone al Consiglio ogni nomina. I nodi da sciogliere non sono comunque pochi e saranno nel menù della cena di stasera ad Arcore: nella residenza del premier Berlusconi si troveranno intorno al tavolo i coordinatori del Pdl Denis Verdini, Ignazio La Russa e Sandro Bondi, e il leader leghista Umberto Bossi, insieme ai ministri Roberto Maroni e Roberto Calderoli.