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Il caso più discusso negli ultimi giorni è stato quello di Corradino Mineo, direttore di Rainews, che avrebbe dovuto essere sostituito, nelle intenzioni del direttore generale Mauro Masi, da Francesco Ferraro, giornalista esterno proveniente da Sky. La notizia aveva suscitato proteste dall’opposizione e dai sindacati di giornalisti e dirigenti Rai, ma anche perplessità da parte di alcuni esponenti della maggioranza parlamentare di centrodestra.
Intanto Michele Santoro chede che Annozero vada in onda perchè non c’è più spazio per rinvii che appaiono «strumentali» o per trattative ormai chiuse. Il conduttore, in una lettera al direttore generale della Rai, si dichiara «pronto a difendere i diritti miei e degli spettatori». «Gentile Direttore, al termine di una stagione faticosa, durante la quale sono stato costretto - sottolinea il conduttore - a lavorare più per contrastare manovre politiche e impedimenti burocratici che per realizzare un prodotto televisivo, solo al fine di trovar modo di continuare a svolgere la mia professione con un minimo di serenità, avevo accolto il tuo invito a valutare una ipotesi transattiva che ponesse fine all’interminabile vicenda giudiziaria che mi riguarda».
«Ma siccome nessuna azienda seria - prosegue la missiva - rinuncerebbe a cuor leggero a una trasmissione come Annozero e nessuna azienda libera discuterebbe di materie contrattuali riguardanti i suoi dipendenti come ha fatto la Rai, addirittura dedicando intere trasmissioni alla nostra cosiddetta trattativa, si è scatenata una incredibile concatenazione di errori di comunicazione e polemiche. Oggi sono costretto a constatare che non si è ottenuto il risultato sperato: individuare soluzioni che appaiano e siano dalla parte del pubblico».
Secondo Santoro «è, invece, risultato evidente che Annozero, perfino da chi esprime nei suoi confronti critiche violente, è considerato un elemento assai importante del panorama informativo italiano. Il clamore suscitato dalla eventualità di una sua soppressione, al di là delle critiche ingiustificate e immotivate sulla portata e il valore del possibile accordo, ha dimostrato inequivocabilmente che un pubblico enorme non vuole rinunciare ad uno dei suoi appuntamenti preferiti. Perciò lasciami dire che, indipendentemente dalle tue intenzioni, la tattica di rinviare continuamente la conferma in palinsesto del programma, anche dopo quanto emerso dall’inchiesta di Trani, conferma nell’opinione pubblica la convinzione di un carattere strumentale dell’interesse manifestato per le nuove trasmissioni alle quali avrei potuto dar vita».
«Non c’è più spazio, quindi, per rinvii e ambiguità. E non c’è più tempo - avverte il conduttore di Annozero - per trovare alcun accordo tra noi che non preveda la messa in onda di Annozero. Ti prego di provvedere di conseguenza a sbloccare le pratiche che con i miei collaboratori sono state già tutte opportunamente istruite e consegnate alla Rete dopo aver definito con il Direttore Liofredi e gli uffici competenti della Rai date e modalità produttive». «La mancata messa in onda del programma - conclude Santoro - sarebbe un grave danno per il servizio pubblico e mi costringerebbe ad impiegare tutte le energie per difendere diritti miei, dei miei collaboratori e degli spettatori».