Respinto il reclamo della Rai contro il alla direzione di RaiTre. Il tribunale del lavoro di Roma, in composizione collegiale, ha rigettato questa mattina il ricorso presentato da viale Mazzini contro la decisione dello stesso tribunale di reintegrare Ruffini alla direzione della terza rete pubblica. La motivazione della decisione odierna, secondo quanto spiega l'avvocato
Domenico D'Amati, difensore del giornalista, si conoscerà in giornata.
«Una decisione che non mi sorprende, mi rende felice ma soprattutto dimostra che avevo ragione», commenta Ruffini la cui posizione, a questo punto, si rafforza ancor più dopo la prima sentenza favorevole del giudice unico che lo aveva reintegrato al vertice della rete da cui era stato sollevato nel novembre del 2009 dal Cda che lo aveva destinato ad altro incarico. Al posto di Ruffini era stato che però, già in virtù della prima sentenza, aveva di direttore di RaiTre rimanendo a disposizione del direttore generale Rai nell'attesa di una nuova collocazione.
«In attesa di saperne di più posso semplicemente ribadire che le sentenze vanno rispettate» ha detto il presidente della Rai, Paolo Garimberti, ripetendo quanto aveva dichiarato lo scorso 28 maggio quando il giudice del lavoro aveva accolto il . L'ordinanza aveva definito "illegittima" la sua sostituzione al vertice della rete, frutto di "discriminazione", causa di "demansionamento" e "danno irreparabile". La Rai aveva subito annunciato ricorso contro la decisione: in particolare, il direttore generale Mauro Masi, davanti alla commissione di Vigilanza, aveva definito l'ordinanza del reintegro «totalmente infondata in fatto e in diritto», sottolineando che nel caso di Ruffini non c'era stata «alcuna rimozione», bensì un «normale avvicendamento aziendale».
L'aveva poi deciso all'unanimità, dopo aver considerato il parere dei legali dell'azienda (gli stessi che avevano inoltrato ricorso) il reintegro di Ruffini alla guida di RaiTre, ma con «ogni più ampia riserva all'esito della decisione del reclamo».
MERLO - «
Il reintegro di Paolo Ruffini alla direzione di Rai Tre deciso dal Tribunale del Lavoro di Roma è la conferma che le nomine in Rai non possono essere oggetto di una discrezionalità immotivata e dannosa per la stessa azienda». Lo dice
Giorgio Merlo, Pd, vice presidente Commissione Vigilanza Rai.
«
Al di là delle prerogative dei vertici aziendali, dalla vicenda Ruffini si trae una sola conclusione: la Rai - conclude
Merlo -
non può trasformare le nomine, di qualsiasi genere esse siano, in contenziosi giuridici che offuscano il ruolo, la 'mission' e la stessa funzionalità del servizio pubblico radiotelevisivo».
PARDI - «
La decisione del Tribunale del lavoro, che ha respinto il ricorso presentato dalla Rai contro il reintegro di Paolo Ruffini alla direzione di Raitre, non fa altro che confermare il dilettantismo e l'impreparazione dei dirigenti della Rai che, francamente, da quando hanno occupato le principali poltrone non ne hanno azzeccata una. E' anche per questo che farebbero bene ad andare a casa per evitare all'azienda ulteriori danni, anche economici». Lo ha detto il capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione di Vigilanza,
Pancho Pardi.
«
Si dà per certa inoltre la rimozione di Corradino Mineo da Rainews e per probabile la cancellazione di Annozero. Visti i precedenti - aggiunge
Pardi -
consigliamo vivamente a tutti i referenti di Berlusconi in consiglio di Amministrazione e al direttore generale Masi, almeno per una volta, di avere un comportamento di buon senso lasciando al loro posto sia Mineo che Santoro per non danneggiare ulteriormente l'azienda che immeritatamente gestiscono e il lavoro esemplare di due professionisti».
TABACCI - Alleanza per l'Italia invita la Corte dei Conti ad «
accendere un riflettore» sulla Rai e verificare la responsabilità verso l'azienda dei comportamemti di chj la amministra, alla luce delle sentenze giudiziarie che hanno sconfessato decisioni del cda. «
Sarebbe bene che - afferma il portavoce dell'Api
Bruno Tabacci -
la Corte dei Conti accendesse un faro sulla gestione della Rai. Con la motivazione del riassetto si vuole andare nella direzione di scelte che penalizzano l'azienda. Hanno già sbagliato con Paolo Ruffini. Ora vogliono ripetere l'errore con Corradino Mineo, un ottimo professionista, che forse ha avuto il torto di avere dato la parola a tutti». «
Mi auguro - conclude il portavoce di
Api -
che prima o poi di questo sperpero di risorse gli attuali amministratori della RAI siano costretti a rendere conto».
MASOTTI - Sulla scia
del successo ottenuto oggi da Ruffini, anche Giovanni Masotti è pronto ad adire le vie legali per venire ripristinato al suo vecchio incarico in Rai. Il suo legale ha infatti presentato ricorso d'urgenza contro l'azienda di viale Mazzini per chiedere «
il reintegro immediato come corrispondente responsabile dell'ufficio londinese della Rai preannunciando anche la richiesta di danni professionali e privati, di immagine e di salute». Lo ha detto all'
Adnkronos lo stesso
Giovanni Masotti.
«La mia rimozione dall'Ufficio Rai di Londra dalla sera alla mattina dopo quattro anni e mezzo e senza nessun avviso - dice - senza una bozza di trattativa su una destinazione alternativa, con una famiglia e una bimba nata a Londra e con 5 giorni per sgombrare tutto come fossi un pacco postale e con uno stipendio più che dimezzato è a dir poco allucinante. È una cosa - tuona il giornalista - che grida vendetta dal punto di vista sindacale, professionale e umano».