Tutti bocciati. Il Cda della Rai respinge a maggioranza, a scrutinio segreto, tutte le proposte di nomina presentate dal direttore generale Claudio Cappon. Si apre uno stallo al vertice di Viale Mazzini. Cappon, in ogni caso, conosceva le intenzioni dei consiglieri di centrodestra prima di presentare le sue proposte.
Ora, dovrebbe informare l'azionista sulla situazione creatasi. Governo e maggioranza puntano sul fatto che Cappon non presenti le dimissioni, aprendo una crisi al buio in un momento politico delicato per gli equilibri nell'Unione.
Il direttore generale della Rai ha scelto di presentare al Consiglio solo alcuni nomi del pacchetto che aveva preparato nelle scorse settimane.
La Sipra non è stata inserita, sembra per la rinuncia del candidato esterno all'azienda, così come i Nuovi Media. Il risultato non sarebbe cambiato.
Per la direzione di Rai2, il nome di Giovanni Minoli è stato respinto con quattro sì e cinque no, come quello di Carlo Freccero per la presidenza di RaiSat mentre Alberto Barbera, proposto alla presidenza di RaiCinema, ha avuto solo tre sì, cinque no e un'astensione, come Paolo Del Brocco,candidato direttore generale.
E così la candidatura di Carlo Sartori, che da presidente di RaiSat doveva diventare amministratore delegato di Rai International, è stata respinta con tre voti a favore, un astenuto e cinque contrari, come il candidato presidente Pierluigi Malesani. Antonio Marano, che da Rai 2 doveva dirigere il coordinamento delle sedi regionali, ha ottenuto tre sì e sei voti negativi.
La "conta"è tutt'altro che superflua. All'inizio delle votazioni, Giuliano Urbani, consigliere espresso da Forza Italia, ha chiesto il voto segreto.Il Regolamento del Cda Rai lo consente, anche se per prassi solo il direttore generale, in passato, è stato nominato con tale modalità. Se il voto è segreto, è impossibile individuare con certezza quali consiglieri hanno bocciato Minoli e Freccero.
Anche se nel centrosinistra nessuno ha dubbi:i voti contrari sono quelli del centrodestra e del consigliere Angelo Maria Petroni, espressione dell'azionista Tesoro, che ora deve "muoversi".
«La paralisi dell'azienda — sottolinea Fabrizio Morri, capogruppo dell'Ulivo in Vigilanza — causata dai consiglieri espressi dalla Casa della libertà e dal rappresentante del Ministero dell'Economia è insostenibile e va affrontata una volta per tutte.La destra ha scelto deliberatamente di far pagare all'azienda costi altissimi,a scapito dell'interesse pubblico. L'intervento dell'azionista ci sembra ineludibile».
Ecco come Giuliano Urbani spiega lo stallo: «Il cda a maggioranza è senza direttore generale, e quest'ultimo è senza maggioranza.Le proposte secche di Cappon continua Urbani hanno esposto personalità di grande valore a una bocciatura. Nessuno dei nomi proposti la meritava ma le nomine erano sbagliate nella collocazione. Barbera e Scaglia non avevano le giuste competenze. E le priorità erano sbagliate: bisognava partire della Sipra. La Newco di Rai International è una scatola vuota. Si sta creando un imbarazzante blocco decisionale che nessuno di noi ha voluto».
Le proposte che hanno ottenuto solo tre sì anziché quattro vengono presentate dal centrodestra come una spaccatura nell'Unione, ma potrebbero, secondo un'altra versione, essere state prodotte da un errore nel voto.
Marco Mele
per "Il Sole 24 ore"