La pubblicità televisiva piace di più agli italiani che ne vedono di meno.
à quanto si evince della lettura dell'indagiÂne Ipsos su "Gli italiani e la pubblicità televisiva", presenÂtata ieri al convegno della MarÂgherita sul rapporto comuniÂcazione commerciale e qualiÂtà nella tv che cambia.
à quanto si evince della lettura dell'indagiÂne Ipsos su "Gli italiani e la pubblicità televisiva", presenÂtata ieri al convegno della MarÂgherita sul rapporto comuniÂcazione commerciale e qualiÂtà nella tv che cambia.
I giudizi più favorevoli sulla pubblicità arrivano dai cosidÂdetti "multimediali": giovani tra i 18 e i 30 anni, laureati o proÂfessionisti Si tratta di un grupÂpo che usufruisce di tutti i meÂdia. à anche quello, però, che vede meno televisione.
I giudizi più negativi sulla pubblicità arrivano dai "tele-esclusivi": hanno più di 65 anni e bassa scolarità , sono pensionati e caÂsalinghe. Soprattutto, però, soÂno foltissimi consumatori di televisione.
Se, quindi, il 50% dei "multimediali" accetta la pubblicità tv perché "non dà fastidio", il 72% dei tele-esclusiÂvi, invece, la trova fastidiosa.
I giudizi più negativi sulla pubblicità arrivano dai "tele-esclusivi": hanno più di 65 anni e bassa scolarità , sono pensionati e caÂsalinghe. Soprattutto, però, soÂno foltissimi consumatori di televisione.
Se, quindi, il 50% dei "multimediali" accetta la pubblicità tv perché "non dà fastidio", il 72% dei tele-esclusiÂvi, invece, la trova fastidiosa.
Il volume di spot è aumentaÂto nel corso degli anni: Marco Testa, dell'agenzia Armando Testa, ricorda che nell'86 la Rai ne metteva in onda 64mila e Fininvest 274mila: oggi siaÂmo, rispettivamente, a quota 164mila e 613 mila.
Gina Nieri, per Mediaset, rivolge un appello alle aziende perché inveÂstano direttamente nella proÂduzione di contenuti.
Jacques Sèguela lancia un je accuse alla tv di oggi e propone chela marÂca, nel futuro della pubblicità condivisa e del "teleattore", finanzi reti e programmi per eviÂtare il declino.
Valerio Di NaÂtale, vicepresidente vendite della Kraft Foods Europa, sotÂtolinea come la tv generalista abbia perso un milione e 400 mila spettatori negli ultiÂmi anni.
Secondo Luca Montrone, presidente di TeleNorba, «un mercato aperto porteÂrà solo benefici al Paese». Per Giorgio Gori, di Magnolia, «la qualità richiede competizioÂne» ed è d'accordo con Fabrizio Del Noce, direttore di Rai e Agostino Sacca, direttole di RaiFiction, nel criticare le liÂnee-guida sulla Rai del miniÂstro delle Comunicazioni, PaoÂlo Gentiloni: «Una rete finanÂziata dalla pubblicità e due prevalentemente dal canone la indeboliscono».
Gina Nieri, per Mediaset, rivolge un appello alle aziende perché inveÂstano direttamente nella proÂduzione di contenuti.
Jacques Sèguela lancia un je accuse alla tv di oggi e propone chela marÂca, nel futuro della pubblicità condivisa e del "teleattore", finanzi reti e programmi per eviÂtare il declino.
Valerio Di NaÂtale, vicepresidente vendite della Kraft Foods Europa, sotÂtolinea come la tv generalista abbia perso un milione e 400 mila spettatori negli ultiÂmi anni.
Secondo Luca Montrone, presidente di TeleNorba, «un mercato aperto porteÂrà solo benefici al Paese». Per Giorgio Gori, di Magnolia, «la qualità richiede competizioÂne» ed è d'accordo con Fabrizio Del Noce, direttore di Rai e Agostino Sacca, direttole di RaiFiction, nel criticare le liÂnee-guida sulla Rai del miniÂstro delle Comunicazioni, PaoÂlo Gentiloni: «Una rete finanÂziata dalla pubblicità e due prevalentemente dal canone la indeboliscono».
Marco Mele
per "Il Sole 24 ore"
per "Il Sole 24 ore"