Un rapporto evidenzia l'accelerazione dell'ingresso della tecnologia nella case, ma anche un allargarsi del digital divide.
Alle famiglie italiane la tecnologia piace sempre di più. La presenza di figli e un livello di istruzione alto sono la leva che spinge a investire in innovazione e servizi avanzati, banda larga, computer, telefoni di ultima generazione. A questa fetta di popolazione fa da contraltare una fascia di italiani (persone anziane, le casalinghe e coloro che non conoscono lâinglese) che ha difficoltà ad avvicinarsi alla tecnologia. Il divario fra le famiglie digitali (60%) e le altre di allarga. Eâ quanto emerge dalla settima edizione del Rapporto e-Family 2007 di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e Anie, Federazione Nazionale Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche, realizzato in collaborazione con Niche Consulting.
Nel 2006 nelle case degli italiani câè stata la rivoluzione dei collegamenti a banda larga a tariffa fissa, passati da 1,5 a 3,7 milioni. Nelle famiglie sono entrati oltre 2,5 milioni di nuovi Pc, per la maggior parte portatili, 1,3 milioni di nuove fotocamere digitali, 800.000 nuove stampanti multi-funzione, 1,9 milione di nuovi tv Lcd con schermi di medio-grande formato, la diffusione di lettori portatili di musica digitale (Mp3) è passata in soli 2 anni dal 4 al 24% delle famiglie. A questi vanno aggiunti i 5 milioni di nuovi utenti di cellulari di terza generazione Umts. LâItalia conferma il primato mondiale di utilizzo di cellulari e 3G.
Secondo Alberto Tripi, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici, il Rapporto âindica come il processo per la costruzione della cosiddetta Società della conoscenza, che rappresenta lâobiettivo della politica europea varata a Lisbona per rendere competitiva lâUe, in Italia si configuri come un fenomeno che riceve il maggior impulso proprio dal bassoâ. Per Tripi la politica e lâeconomia dovranno tenere conto di questo processo. âVi è una domanda di tecnologie e servizi innovativi potenziale molto ampia e matura, a cui bisognerà rispondere rafforzando il processo di liberalizzazione del settore dei servizi. Allo stesso tempo occorreranno programmi ad hoc per superare il digital divideâ sottolinea Tripi. Il Rapporto conferma âuna tendenza già in atto da qualche tempo e in continua crescita: la spiccata propensione del consumatore italiano allâacquisto di prodotti di elettronica di consumo tecnologicamente evoluti - aggiunge Guidalberto Guidi, presidente della Federazione Anie -. Una evidenza, questa, dai rilevanti risvolti sociali, se si pensa alla pluralità e allâaccessibilità di tali strumenti, che permettono una diffusione ampia e senza barriere di informazioni e culturaâ.
Nel 2007 avverrà un cambiamento che toccherà la regina della casa, la tv: le vendite di apparecchi a schermo piatto raggiungeranno per la prima volta quelli degli apparecchi tradizionali a tubo catodico. Guidi ritiene prioritario lo sviluppo dei contenuti che âdeve andare di pari passo con lâevoluzione dei prodotti, per consentire la piena integrazione - in un unico terminale - delle diverse piattaforme digitali oggi disponibiliâ. Allo stesso tempo, gli edifici di nuova costruzione dovranno essere già in partenza attrezzati per accogliere le innovazioni tecnologiche.
Internet diventa sempre più protagonista: nel 2006 per la prima volta il numero di famiglie in cui vi è almeno un utilizzatore di internet ha superato il 50%, attestandosi a circa 11,6 milioni. In valori assoluti, il numero di utilizzatori frequenti del web nel 2006 è stato di 17,7 milioni di persone. Il Rapporto evidenzia come per il 54% degli utilizzatori la casa sia lâunico punto di accesso. Cresce anche il tempo medio di utilizzo di internet: dai 34 minuti del 2005 a quasi 40 minuti al giorno nel 2006. I collegamenti a banda larga sono diventati il 60% dei collegamenti complessivi da casa (erano meno del 50% lâanno prima). La diffusione della banda larga è stata trainata dai collegamenti a tariffa fissa. Gli italiani cominciano a manifestare interesse per unâofferta unica che comprenda telefonia fissa, banda larga, telefonia mobile, televisione a pagamento (pay-tv). Circa 5,7 milioni di famiglie italiane in possesso di un Pc (con o senza connessione a internet) e di un telefono cellulare valutano lâipotesi âdi un solo fornitore di servizi della convergenzaâ in termini positivi. Nel 90% delle famiglie vi è almeno un utilizzatore di telefonia mobile personale e nel 69% più di uno. La spesa annuale della famiglia italiana per servizi di telefonia (fissa e mobile) è pari in media a quasi 1.000 euro. Il 60% di tale spesa è dovuta a servizi di telefonia mobile.
Simona Montella
per Quomedia
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