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Mediaset al centro dei riassetti Telecom e Fastweb

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Fonte: Il Sole 24 Ore

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Televisione

È un affondo a tutto campo quello che Mediaset ha lanciato sulle telecomunicazioni. Da Telecom Italia a Fastweb, passando per il big televisivo internazionale Endemol oggi il gruppo di Silvio Berlusconi è al centro di tutte le partite strategiche nel settore dei media e della convergenza editoria-telecomunicazioni. Del resto che la musica fosse cambiata lo si era capito qualche giorno fa dalle parole del numero uno Fedele Confalonieri che, in merito a un eventuale interessamento del gruppo di Berlusconi per il futuro di Telecom Italia, non ha nascosto il suo interesse, abbinato però al rammarico per i paletti imposti dalla politica: «Telecom? Magari potessimo, ma non credo ce la faranno fare»

Mediaset si è dunque risvegliata da un torpore durato cinque anni. Nel quinquennio in cui Berlusconi è stato capo del Governo, l'azienda è rimasta ingessata, anche perchè ogni sua mossa rischiava di essere letta in chiave politica o tacciata di conflitto di interesse. D'altronde le poche volte che in passato il broadcaster ha provato a muoversi ha trovato porte chiuse, come nel caso della vendita del canale tedesco ProsiebenSat 1: sull'interesse di Mediaset subito calò l'ostracismo dell'allora cancelliere Gerard Schroeder. Ma la politica, da sola, non spiega del tutto l'improvviso cambio di rotta del più grande gruppo televisivo privato italiano. Il 2000 è stato l'anno peggiore per le tv del Biscione, da un punto di vista di risultati economici (sempre che possano definirsi "negativi" un giro d'affari da 3,7 miliardi e un utile di 505 milioni di euro): i profitti in calo del 16% e il rebus relativo alla contabilizzazione di 90 milioni di ricavi pubblicitari sembrano aver in qualche modo raffreddato il feeling col mercato. Gli analisti temono che il modello di business della tv tradizionale generalista abbia il fiato corto alla luce del fatto che per la prima volta da quando Mediaset è quotata la raccolta pubblicitaria del gruppo è stata negativa (-3,6% nel 2006).

Mediaset già da tempo ha diversificato e si è lanciata in altre attività più redditizie, come la pay-tv del digitale terrestre, ma probabilmente vuol mettere nel mirino un big deal. «Siamo interessati a tutto» ha dichiarato lo stesso Confalonieri qualche settimana fa. E ha ragione perché Mediaset può giocare l'asso nella manica della leva: oggi il gruppo ha un indebitamento basso con un rapporto debito/Mol, calcolato da Rasbank, in 0,3 volte: un multiplo che permette di poter caricare di debito la società e ottimizzare la struttura finanziaria. 

Le tre partite che Mediaset sta giocando in contemporanea hanno implicazioni industriali tali da modificare gli assetti del mercato: comprare Endemol, la casa olandese di produzione di format televisivi che vale 2,5-2,8 miliardi, significherebbe per Mediaset affermarsi a livello internazionale. Poi c'è Fastweb che è finita sotto Opa da parte di Swisscom: il gruppo sta cercando di entrare nella partita, che vale 3,7 miliardi di euro, corteggiando gli svizzeri. La convergenza media-tic sarebbe il senso industriale dì un eventuale ingresso di Mediaset in Olimpia, la holding controllata da Pirelli e Benetton che custodisce il 18% di Telecom Italia. Il coinvolgimento nel dossier pare un'eventualità più concreta dopo che raffreddarsi il clima intorno all'ipotesi di intervento delle banche d'affari a favore di una cordata Made in Italy.

Simone Filippetti
per "Il Sole 24 Ore"

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