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«Non ho l'uovo di Colombo, né sono in grado di trasformare programmi altrui in corsa facendo salire i dati di ascolto», dichiara la De Filippi, quasi a mettere le mani avanti. «I miei consigli, solo di buon senso, possono essere giusti o sbagliati: sta alla Endemol (il produttore, ndr) e alla conduttrice Barbara D'Urso decidere se e come applicarli». Endemol Italia «ringrazia Simona Ercolani per il paziente lavoro svolto fino ad oggi come capo progetto del programma Uno due tre... stalla!» e la dimissionaria Ercolani, pur ammettendo dei dissensi con il produttore «sulle modalità di gestione e realizzazione del programma» appare quasi sollevata.
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Nessuna autocritica? «Mi rimprovero un eccesso di ottimismo. Non abbiamo avuto il tempo per le prove. Pensavo si potesse pigiare sul tempo, non è stato così», confessa Simona Ercolani, in tono piuttosto scherzoso: «Mi sono decapitata. Era la scelta giusta. Stavamo studiavamo un possibile cambio di impostazione del reality, ma quando gli ascolti non vanno bene e nascono delle tensioni non puoi stare lì a mettere sempre le pezze. Paradossalmente, sono felice che arrivi la De Filippi: ho saputo che introdurrà i giochi in studio come volevo fare io».
Sia il direttore di Canale 5, Donelli, che i fratelli Marco e Paolo Bassetti (Endemol Italia) confermano la fiducia alla conduttrice Barbara D'Urso. Nonostante il "flop" non si parla di chiudere lo show. Ma a Canale 5 si vive con comprensibile ansia il responso dell'Auditel dopo il confronto di questa sera con il nuovo reality "La sposa perfetta" che debutta su RaiDue. Qualcuno ipotizzava pure un possibile cambiamento nel titolo del reality di Canale 5 (Uno due tre... stalla! ha incontrato pochi consensi), ma sembra che l'idea sia stata scartata.
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C'è da ricordare quindi le critiche che Io show aveva ricevuto da parte della Cia (la Confederazione italiana agricoltori) che nei giorni scorsi aveva tuonato contro il reality contadino che «mette alla berlina un mondo giovanile, quello agricolo, che è invece protagonista dell'innovazione del settore».
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Leandro Palestini
per "La Repubblica"
per "La Repubblica"