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Direttore Giordano, dobbiamo aspettarci delle novità da questa terza edizione?
«Le novità stanno nei fatti che cerchiamo e raccontiamo. Abbiamo svolto delle inchieste nei cantieri del nord Italia e uno dei nostri inviati ha vissuto per due giorni in un vecchio edifìcio nella piana del Sele, in Campania, assieme ai 500 extracomunitari che fanno la raccolta dei carciofi».
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Quindi, reportage e inchieste sociali continuano ad essere il fulcro di Live?
«Live è il nostro programma più duro. Nasce dall' esperienza di Scampia nel febbraio 2005. Il presidente Ciampi chiedeva ai mezzi d'informazione di accendere i riflettori sul quartiere martoriato, così abbiamo organizzato una trasmissione in diretta con immagini esclusive che raccontavano il dramma in corso, la guerra di camorra, i morti per la droga. Allora ci siamo resi conto che mancava un settimanale di approfondimento deciso ad andare sul campo. Poche chiacchiere, nessun talk, nessun esperto, reportage e immagini in presa diretta».
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I telespettatori abituali di Italia Uno sono i giovani. Secondo lei sentono il bisogno di programmi di approfondimento?
«Quando non si perde in opinioni da salotto e viene realizzato con un linguaggio intrigante, allora i giovani apprezzano l'approfondimento. Alla conduzione abbiamo messo Gabriella Simoni, che è abituata a raccontare con taglio asciutto e incisivo i drammi del mondo, dal Medio Oriente, alla Somalia, all' Iraq».
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Ma sta parlando degli stessi giovani che ballano sfrenati davanti alle telecamere di Lucignolo?
«Lucignolo apre su un particolare mondo che è quello del divertimento, dalle notti in discoteca al sesso. Ma è solo un aspetto della nuova generazione, anzi i protagonisti dì Lucignolo sono senz'altro gli spettatori di Live».
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A proposito di cronaca, ultimamente lei è stato preso di mira da Striscia la notizia...
«Striscia si è assunta il nobile compito di bersagliare gli errori dei giornalisti, ma questa volta ci hanno accusato ingiustamente di non avere verificato una notizia. Hanno sbagliato loro. Ma è un po' la prima volta, perciò abbiamo innescato una polemica, anche molto divertente».
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Paola Manciagli
per "Il Giornale"
per "Il Giornale"