«Chi l'avrebbe mai detto. Siamo partiti come tv musicale, ora siamo un riferimento a 360 gradi per il pubblico», riassume Antonio Campo Dall'Orto, ai vertici del canale dal giorno zero e oggi amministratore delegato di tutta Telecom Italia Media (La7, Alice...).
Sotto lo slogan «10 years young», gioco di parole con la lingua inglese, quest'anno si farà festa con 10 eventi che culmineranno nell'Mtv Day, la maratona rock che si tiene ogni anno a settembre.
«Non più a Bologna, ma in due città contemporaneamente», annuncia Campo Dall'Orto. E le voci vedono in pole position Milano, Roma, Napoli e Trieste. E per il futuro? «Continueremo a creare contenuti con l'idea di diventare una bussola per scegliere fra il miliardo di informazioni che avremo a disposizione ? dice ?. Siamo pronti a parlare alla prossima generazione».
Ma chi sono i giovani di oggi? Mtv li ha studiati con una ricerca fra i 14-24enni che ha riproposto le stesse domande di un'analoga indagine del 1997. Ed ecco la «generation me» perché, spiegano gli esperti, è fatta di ragazzi che si sentono «individui prima che attori di una collettività». A qualcuno sembrano più la «Ruini-generation». Credono che la famiglia sia più importante degli amici (48% contro il 18% del '97), dicono di non drogarsi (73% contro il 49%, ma altre ricerche dicono il contrario), di condannare le relazioni extraconiugali (49%), la prostituzione, l'adozione di coppie omosessuali, l'aborto, rimmigrazìone, l'omosessualità. «Non è perbenismo, ma spinta alla normalità. Hanno bisogno di sentirsi protetti in un micro-macro mondo senza conflitti e senza problemi. Ricercano la massima stabilità come risposta all'inquietudine», dicono i ricercatori.
In questi anni Mtv ha lanciato, nel bene e nel male, mode e personaggi, linguaggi e nuovi modelli televisivi. Ecco cosa, per Campo Dall'Orto, ha lasciato il segno. Il «Kitchen» di Andrea Pezzi «che ha innovato i talk show»; «Trl», il programma dal vivo in piazza Duomo a Milano «che ha coniugato cultura pop vera e ascolti»; «Avere 20 anni» di Massimo Coppola «indagine che fotografa una generazione» e «Very Victoria» della Cabello «simbolo di un modo nuovo di fare programmi».
Il papà della rete prova quindi a ripercorrere le tappe più importanti della storia del canale. Eccole. Nel 1997, il 18 settembre, il primo grande evento. La diretta di un concerto degli U2 da Reggio Emilia: «Sentire dire "Welcome Mtv" da Bono pochi mesi dopo che avevamo iniziato a lavorare è stata un'emozione». Quindi l'estate del '99: «Da media eravamo diventati un fenomeno. Bastava andare in onda su Mtv per essere inseguiti dalla gente. Ma è anche stata l'estate della crisi». Il governo aveva annunciato l'oscuramento del canale per problemi legati alla concessione. Artisti, intellettuali e politici si mobilitarono per salvare la rete: «Le vicende di Telecom di questi giorni ci lasciano sereni, quando superi uno choc come quelle sei pronto a tutto». Infine lo scorso sabato: «Abbiamo riempito piazza Duomo a Milano con i Trl Awards. Iniziavamo a dubitare dì avere ancora questa forza di attrazione».
Andrea Laffranchi
per "Il Corriere della Sera"
per "Il Corriere della Sera"