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I commenti sull'Exit della D'Amico

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Fonte: Il Corriere della Sera / La Repubblica

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Televisione
  domenica, 22 aprile 2007
Mi manda Ilaria. Ilaria D'Amico realizza un sogno che accompagna, e ossessiona, la tv italiana da almeno un ventennio: la ragazza bella e conturbante come una show girl che si occupa di cose serie. Quante signore e signorine abbiamo visto bruciarsi e consumarsi nell'impossibilità di realizzare il sogno (il massimo che è,stato loro concesso è la partecipazione in veste, o sveste, di opinionista da don Bruno Vespa); quanti chirurghi plastici hanno fatto la loro fortuna nell'alimentare questo sogno; quante rivendicazioni contro il velinismo, diventato una sorta di limbo televisivo, dopo anni di inutili lotte d'affrancamento femminile. Sembrava una strada impraticabile: la ragazza bella e conturbante come una show girl non sa fare altro che spogliarsi, sgambettare e ammiccare. Per far salire l'audience e scatenare qualche ingenua tempesta ormonale.
 
Mi manda Ilaria. Già Ilaria D'Amico tiene in piedi da sola (o quasi) l'appuntamento sportivo della domenica pomeriggio di Sky (sola, a combattere contro la saccenteria di Massimo Mauro) e adesso si confronta con le grane e i problemi della quotidianità, in un programma a metà strada fra «Mi manda Raitre» e «Le invasioni barbariche», con ospiti in studio a discutere sugli strani sconti praticati, a chi compra elettrodomestici (forti ribassi solo a chi paga dopo sei mesi), con una lunga intervista con il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso (forse si poteva accennare alla rovente polemica fra il procuratore e Giancarlo Caselli sui processi di Palermo), con l'editoriale di Massimo Gramellini, con una inquietante inchiesta sugli psicofarmaci prescritti ai bambini, con la meravigliosa storia di Rosy e Andrea, che hanno fatto delle rate la loro ragione di vita.
 
Mi manda Ilaria. «Exit, Uscita di sicurezza» (La 7, venerdì, ore 20.40) non si reclamizza come una novità assoluta in campo giornalistico; non pretende di rivoluzionare i canoni del talk informativo, non dice sempre «io, io, io...», eppure fa il suo onesto lavoro. Cominciano a infastidire quei talk che cercano di abbagliare con la violenza della discussione solo per nascondere la schematicità e la povertà del loro contenuto..
 
Aldo Grasso
per "Il Corriere della Sera"
 
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C'è del buono in "Exit-Uscita di sicurezza", nuovo talk dì La7 (il venerdì alle 21.30) con uso di inchieste e indagini sul campo con uso di telecamere nascoste. Ed è nel cercare di essere interessanti e pazienza se non si è cool, per cui la questione del dilagare del credito al consumo (ovvero: le rate) è tema primario per i cittadini di questo paese, mentre decine di altre questioni molto battute in tv e altrove sono infinitamente secondarie. Lo stesso dicasi per il tema psicofarmaci, soprattutto per quanto attiene al mondo infantile, collegata con buona scelta al nodo amplissimo della chimica che avvolge il mondo adulto come scorciatoia preferita per i problemi - che si riducono a uno soltanto, migliorare il proprio stato d'animo.
 
Ci sono anche pretese eccessive, in "Exit", come ad esempio riuscire a fare il punto della situazione con il su-perprocuratore antimafia Pietro Grasso, presente in studio in un "faccia a faccia" ispirato a modelli che, sarà un'impressione, abbiamo già visto da qualche altra parte, o forse nello stesso posto e alla stessa ora. Che una questioncella come "non bisogna candidare alle elezioni gli indagati" possa trovare qui un qualche punto d'approdo è francamente eccessivo.
 
Comunque: obbligatorio rilevare che si tratta anche del primo tentativo serio di Ilaria D'Amico di uscire dal guscio calcistico. Tentativo che le costerà qualche ironia in giro, soprattutto in chi non conosce quel vecchio dettato giornalistico per cui se hai fatto informazione sul calcio, dopo puoi farla su tutto quanto, e spesso sei anche migliore di altri. Ma diciamo che è ancora un po' presto per le sentenze.
 
Elencati i motivi per cui si sentiva il bisogno di un altro programma come questo o, a scelta, non lo si sentiva affatto, rimane l'altra chiave di lettura, che affonda le radici nella realtà dei produttori esterni che forniscono alle tv i programmi chiavi in mano. "Exit" è la risposta della casa Magnolia alle "Invasioni barbariche", che invece è di Endemol. E qui si entra in un'entusiasmante diatriba di carattere industriale nonché sharistica (da share, percentuali d'ascolto ottenute) per cui viene oltremodo naturale disinteressarsene allegramente e mettersi invece a seguire con incondizionata passione il percorso verso l'età adulta della bella Ilaria. Ma anche no, s'intende.
 
Antonio Dipollina
per "La Repubblica"

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