E' che proprio l'intero impianto delle trasmissioni «contenitore» non regge più. E pare ormai anche a rischio d'implosione per le guerre intestine. L'unico show senza problemi è Che tempo che fa: da Raitre e da una fascia oraria su cui nessuno avrebbe scommesso un euro, Fabio Fazio ha acquisito nella scena televisiva del Paese una sorta di centralità festiva analoga, un ventennio dopo, alla grande Domenica in baudesca del tempo che fu.
Questo anche grazie al ruolo strappa-audience di Luciana Littizzetto. A proposito di Baudo, la sua Domenica in di oggi funziona, ma solo con il pubblico di un certo target, alto di età e perciò considerato poco interessante dai pubblicitari. E basta un bel quiz con Gerry Scotti a mangiarsela. Liti nel condominio Rai Raiuno anche con la novità della starlette ultra-cattolica Lorena Bianchetti fatica molto a riconquistare il primato.
L'unico spezzone leader negli ascolti è quello della famigerata Arena di Massimo Giletti, che non gode di buona immagine. Esattamente come l'ancor più famigerato - e scopiazzato malamente - Ring di Buona domenica, l'Arena è considerata quasi da tutti una trasmissione ipocrita che, con la scusa d'indignarsi contro la cattiva tv o la peggior cronaca, in realtà ci naviga dentro. «Ring e Arene sono la paraculata dell'anno» ha detto senza misure Maria De Filippi. Una situazione così compromessa sotto il profilo dell'immagine non può certo piacere agli editori e non soddisfa nemmeno i pubblicitari.
E se è ben nota l'insopportazione di casa Berlusconi per il trash di Buona domenica, poco si sa del clima alquanto tormentato che regna dietro le quinte di Domenica in. I bene informati giurano che i rapporti tra lo stesso Giletti e il capostruttura Leoffredi siano arrivati quasi a un punto di non ritorno. Vedremo che succederà. Buona Domenica a rischio C'è meno mistero al quartier generale di Mediaset, dove il caso della domenica è stato ormai sviscerato in tante riunioni.
Una ricerca di mercato ha portato un responso inequivocabile: difficile alzare il tiro, anche per la natura inevitabilmente rallentata del pubblico domenicale strapopolare ormai consolidato da Canale 5. Dicono che Pier Silvio Berlusconi avrebbe addirittura preferito lasciar perdere con gli show e riproporre qualche grande pellicola hollywoodiana genere «Pomeriggio con sentimento». Eppure si va, anche per motivi contrattuali, verso una riconferma di Buona domenica. Peraltro Paola Perego gode tuttora di un certo favore del pubblico.
Ma ci sarà un braccio di ferro per la prossima stagione, e la sensazione ai piani alti è che il nuovo direttore di Canale 5 Massimo Donelli si stia giocando la poltrona. Del resto l'operazione «rifarsi l'immagine» è l'obiettivo del momento al quartier generale berlusconiano, persino il palazzaccio al 48 di viale Europa in Cologno Monzese è simbolicamente imbragato dalle impalcature.
E' anche vero che la domenica dovrebbe essere una sorta di giorno-vetrina per le tv generaliste, e una vetrina con vista sulla spazzatura, come Buona domenica di quest'anno, non fa certo piacere. Ventura straccia D'Amico Ma la domenica è ormai un giorno di passione anche per le reti meno universali, come Raidue con Quelli che, Italia 1 con la fallimentare svolta calcistica e persino Sky.
Già, per l'intera stagione s'è detto e si è scritto che Sky con il calcio insidiava pericolosamente lo share addirittura del contenitore di Raidue. Poi, appena usciti i primi dati ufficiali delle Nano-Share del satellite, qualcuno si è divertito a verificare i numeri.
Ed ecco che il presunto scontro fra l'appannata Simona Ventura e la sfolgorante Ilaria D'Amico, ne è uscito, più che ridimensionato, come un'idea davvero da ridere. Nei periodi di sovrapposizione tra Ventura e D'Amico, SuperSimo è davvero ancora tale. Due milioni quasi di spettatori per Quelli che, contro i nemmeno 100mila della povera Ilaria (95mila 518 per la precisione, con un elegante 0,61 % di share).
Funzionano le dirette delle partite, non il calcio parlato: è una tendenza ormai evidente in tutta la tv, anche al lunedì sera, eccezion fatta per l'indistruttibile Aldo Biscardi. Perciò anche il programma che deve all'indimenticabile Beppe Viola e a Fabio Fazio un titolo e uno stile vincenti, appunto Quelli che, ha bisogno di un ripensamento complessivo.
Paolo Martini
per "La Stampa"