C’ è addirittura chi ha giàfissato la data del ricambio al vertice del Tg5, che avverrebbe ai primi di luglio. E questo perché tutti gli interessati, in primis l'attuale direttore Carlo Rossella, non fanno mistero dell'imminente possibile svolta.
«Sappiamo e vogliamo poter contare ancora a lungo sulla collaborazione al nostro Gruppo di un professionista come Rossella», è il ritornello che si sente ripetere a casa Berlusconi da settimane e la soluzione che si profila è ora la poltrona chiave della Medusa cinematografica. Si era parlato anche di un possibile ruolo ai vertici della produzione di fiction, visto che Rossella è anche un autore di successo di serie televisive (Capri).
Ma l'avvicinamento di Clemente J. Mimun al vertice del più grande telegiornale privato scatena ogni genere di voci anche sul telemercato dei mezzibusti.
L'indiscrezione certamente più ghiotta parla di una trattativa giàin corso tra Mimun e Lamberto Sposini, uno dei conduttori storici più conosciuti del Tg5, che ha lasciato polemicamente il telegiornale alla vigilia delle ultime elezioni. Sposini adesso impazza come ospite soprattutto nelle reti Rai, collabora anche a un settimanale di Odeontv e dirige la televisione di un importante marchio della telefonia mobile.
E' stato più volte tirato in ballo come candidato conduttore di vari programmi, e il settimanale Chi l'aveva dato per certo successore di Michele Cucuzza alla guida de La Vita in Diretta, il pomeridiano di Raiuno. Del resto, è noto che Cucuzza sia in piena fase di trattativa con la Rai, indeciso se e come rinnovare il contratto d'esclusiva.
Ogni volta che il suo nome viene speso, Sposini s'affanna a smentire e a precisare: «ormai mi diverto solo a fare l'imprenditore agricolo», visto che ha appena avviato un'attivitàdi un certo rilievo in questo settore. Ma è evidente che un eventuale riavvicinamento al «suo» vecchio telegiornale non gli dispiacerebbe affatto.
D'altro canto Mimun, giàdirettore del Tg2 e del TgUno nella legislatura berlusconiana, attualmente in parcheggio alla direzione delle Tribune Rai, riportando come primo atto Sposini al Tg5 potrebbe giocarsi subito una carta importante. Che vale doppio per il risvolto d'immagine, sul piano politico, oltre che per gli ascolti.
L'unico vero ostacolo sarebbero gli aspetti concreti: Sposini ha lasciato il Tg5 con uno stipendio annuo dichiarato da mezzo milione di euro e la qualifica di vicedirettore. Ora non vuole certo tornare indietro, anzi. Ma è anche molto difficile che riesca ad andare avanti sia nei soldi che nel grado.
Paolo Martini
per "La Stampa"