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Alla Rai una vice-direzione per produzione e tecnologie

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Fonte: Il Sole 24 Ore

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Televisione
  martedì, 08 maggio 2007

L'attuale modello organizzativo non ha dato vantaggi sui costi e ha "affaticato" i processi editoriali. Il direttore generale Claudio Cappon, a fronte delle difficoltà della governance, rilancia la necessità del cambiamento, con un documento che è alla base non solo delle nomine che saranno proposte nel Cda di domani ma che costituisce un primo orientamento sul futuro Piano industriale.

Nella parte finale, si giudica «non risolto in modo soddisfacente» il tema dell'offerta editoriale delle tre reti generaliste Rai, in particolare, «presenta ascolti in flessione e qualità percepita di servizio pubblico inadeguata».

La direzione generale ribadisce come la candidatura di Giovanni Minoli al posto di Antonio Marano «mantenga tutto il suo valore ed il potenziale qualitativo e d'immagine per l'azienda». Una parte maggioritaria del Cda ha detto "no" al ricambio alle direzioni di rete.

Tra le novità contenute nel documento vi è la creazione di una vice-direzione generale per supervisionare l'area della produzione e quella delle tecnologie. RaiSat, a sua volta, dovrebbe diventare la factory digitale del servizio pubblico.

Tre sono gli obiettivi enunciati dal documento. Il primo è quello di riunifìcare progettualmente aree che oggi agiscono autonomamente. Il secondo è di avviare un ricambio generazionale della dirigenza Rai, anche con apporti dall'esterno. Qui, però, la direzione generale starebbe collezionando rifiuti da parte di manager e professionisti, "spaventati" dalla pressione politica e mediatica gravante sulla Rai. Il terzo obiettivo è di cambiare alcune figure professionali nell'ideazione dei prodotti editoriali.

L'assetto organizzativo varato nell'aprile 2004 presenta diverse criticità, a partire dall'eccessiva polarizzazione della gestione nelle mani degli staff centrali rispetto alle aree di prodotto. La produzione tv, le strategie tecnologiche e le tecnologie dell'informazione e della comunicazione, poi, non hanno una guida unitaria. Da qui la proposta di una vice-direzione generale che ne abbia la supervisione, «da cercare sul mercato tra le migliori risorse disponibili».

Va anche rafforzato il coordinamento centrale: nei prossimi cinque anni si prospettano investimenti straordinari per 400-500 milioni di euro, oltre al digitale terrestre

Il documento non fa esempi ma la sola digitalizzazione dei Tg costerebbe almeno 150 milioni in cinque anni. Tra le proposte organizzative, lo spostamento dell'area prodotto di attività in mano alle strutture centrali. E il progetto di trasformare i "generi" (come fiction e cinema) in centri d'eccellenza nei contenuti, in grado di contrapporsi ai fornitori esterni di format, mantenendo alla reti le scelte di programmazione.

Cappon propone che la direzione Nuovi Media assuma piena responsabilità, editoriale e commerciale, di questo business, progettando un accorpamento societario delle strutture esistenti.

Per il digitale terrestre s'ipotizza una direzione "a termine" per la «nuova piattaforma universale della Rai». RaiSat dovrebbe diventare la struttura editoriale per il digitale, satellitare e terrestre. La radio, infine: Cappon ne propone la societarizzazione, da affidare alla direzione radiofonica.

Marco Mele
per "Il Sole 24 Ore"

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