L'asse Mediaset-Vivendi è «il benvenuto». Luca Bernabei, direttore delle attività produttive della Lux Vide, commenta con l'Adnkronos il possibile accordo fra Pier Silvio Berlusconi e Vincent Bollorè.
«Vivendì sta entrando in Mediaset e quindi darà nuova linfa a Mediaset e una capacità di maggiore penetrazione di mercati. Fino adesso - sottolinea Bernabei - l'Italia è rimasta fuori da questi grandi giochi di concentrazione di gruppi che sono avvenuti in Europa (Sky, per esempio, ha unito Austria, Germania, Inghilterra, Irlanda e Italia). Il mercato sta creando grandi gruppi. Noi siamo rimasti con gruppi più locali. Meno male che l'Italia si sta muovendo. Questo favorirà la maggiore diffusione di contenuti».
È un asse in chiave anti Netflix?
«Conoscendo Bollorè e Tarak Ben Ammar - osserva Luca Bernabei - non mi sembra si pongano in funzione antitetica rispetto a qualcosa. Sarebbe riduttivo. Piuttosto puntano ad una offerta diversa. Tarak è sempre stato un pontiere, uno che metteva ponti, mai uno che parteggiava per qualcuno contro qualcun altro. È sempre stato un mediatore. Tradizionalmente è nella sua cultura, è un uomo che ha studiato in Europa e in America. Parla tutte le lingue del mondo, ha una cultura del mettere insieme e non del mettere contro. È un uomo scaltro, che si muove ad altissimi livelli. Livelli in cui non si fanno battaglie fra grandi gruppi, ma si cerca ognuno la propria nicchia di mercato»
«Da produttore approvo qualsiasi rivoluzione che appoggi i contenuti». Così il presidente di Anica, Riccardo Tozzi, commenta con l'Adnkronos la prospettiva di intesa tra Vivendi e Mediaset per la produzione di contenuti e la creazione di una piattaforma europea che possa fare concorrenza a Netflix. «In questo quadro di mutamento dei media - aggiunge Tozzi - ci si accorge che la cosa fondamentale è il contenuto e credo che lo scopo di chi opera in questo settore sia generare contenuti».
Secondo il presidente dell'Anica e patron della società di produzione Cattleya, la nascita di un'eventuale piattaforma frutto dell'accordo tra Mediaset e Vivendi,
«non sarebbe in chiave anti-questo o anti-quello ma anti-tutti, perché ci si afferma per fare concorrenza. In realtà non è ancora chiaro cosa stia succedendo: ci sono grandi manovre in corso e sembra che in questa baraonda di telecomandi, iPad, smartphone e vari supporti, tutti si pongano il problema di come riempirli di contenuti, una cosa che ovviamente da produttore approvo. Anche perché - conclude - è inevitabile che in un processo di questo genere si debba fare una produzione originale e non si possa utilizzare il ricircolo di magazzino».