Nel panorama sempre più complesso e sfidante dell'industria del calcio e del cinema, emozionante e a tratti controverso, emergono figure che potremmo definire "predatori". Questi individui, dotati di astuzia e una straordinaria capacità di coordinazione, si muovono in maniera sinergica, quasi come un'antica falange macedone, sfruttando a loro vantaggio una forza coesiva potente: centinaia di milioni di euro derivanti da attività illecite.
Da un'altra parte, gli attori che possono essere identificati come i "difensori" in questa guerra contro la pirateria, come le emittenti a pagamento e la Lega Calcio, affrontano un complesso puzzle di sfide e difficoltà. Questi predatori infliggono ingenti perdite economiche, eppure non riescono a trovare un terreno comune di collaborazione con le società internet incaricate di oscurare i siti pirata, tra cui nomi noti come Telecom, Vodafone e altre.
In questo scenario di crescente tensione, il governo si erge come mediatore, tentando in tutti i modi di reprimere con fermezza i siti criminali e garantire la tutela dei diritti d'autore. La svolta inizia il 12 luglio 2023, quando il Senato vota all'unanimità a favore della legge Maccanti-Mollicone. Questa nuova normativa anti-pirateria mira a un obiettivo chiaro: costringere i siti illegali a oscurare i contenuti entro soli 30 minuti dall'inizio di una partita o di una trasmissione cinematografica.
Tuttavia, per rendere operativa questa procedura di oscuramento nel breve lasso di tempo richiesto, è indispensabile stabilire una sorta di "linea rossa". Questo processo comporta che, una volta individuato un sito pirata, la Lega Calcio e le emittenti a pagamento debbano comunicare in tempo reale al Garante delle Comunicazioni, che a sua volta impartirà istruzioni immediate alle società internet affinché blocchino il nemico virtuale. Sarà il Garante stesso a mettere a punto questa piattaforma di comunicazione, che funzionerà in modo del tutto automatico.
Ma appena celebrato l'approvazione di queste nuove regole, un'ombra di incertezza si fa strada tra i difensori dell'industria dell'intrattenimento. Nel mese di agosto, la Lega Calcio prende una mossa inaspettata, rivolgendosi a un notaio di Roma per donare direttamente al Garante la piattaforma di monitoraggio dei siti pirata da loro sviluppata internamente. Questo apparente gesto di generosità cela una profonda preoccupazione: la Lega Calcio teme che il Garante possa impiegare troppo tempo per mettere a punto questa "linea rossa", secondo quanto previsto dalla nuova legge.
L'evoluzione degli eventi ci porta al 7 settembre 2023, quando il Garante convoca un tavolo tecnico per sviluppare la suddetta piattaforma di comunicazione, la famosa "linea rossa". Durante queste riunioni, emerge un elemento che acuisce ulteriormente le tensioni: la "prova digitale forense". In passato, il Garante ha agito oscurando oltre 110 siti pirata utilizzando leggi già esistenti, ma alcuni di questi siti hanno sollevato cause giudiziarie sostenendo errori procedurali. Pertanto, il Garante, con il supporto di alcune società internet, propone una soluzione innovativa. Essa consiste nell'acquisire una "prova digitale forense" per certificare l'effettiva violazione del diritto d'autore. Questa prova dovrebbe essere inclusa nelle richieste di oscuramento e dovrebbe contenere una registrazione dello schermo del sito pirata durante la trasmissione, insieme a informazioni tecniche dettagliate sul flusso di traffico generato.
Le emittenti a pagamento e la Lega Calcio, tuttavia, si oppongono a questa soluzione, sostenendo che l'acquisizione della "prova digitale forense" è un processo così complesso che potrebbe compromettere l'efficacia della nuova legge anti-pirateria, rendendo impraticabile l'oscuramento entro i primi 30 minuti di una partita. Inoltre, sorgono questioni relative ai costi, con le società internet che sollevano la questione di chi dovrebbe sostenere tali spese.
In risposta a questa controversia, il 22 ottobre, il governo interviene. Il Ministro Luca Ciriani presenta un emendamento a un decreto noto come Caivano, che inizialmente non aveva nulla a che fare con il mondo del calcio. Questo decreto era al centro della discussione nelle commissioni Affari Costituzionali e Giustizia del Senato per la sua conversione in legge. L'emendamento, seppur in modo inusuale, apporta una modifica alla legge Maccanti-Mollicone, approvata solo tre mesi e mezzo prima. Questa modifica permette alle emittenti a pagamento e alla Lega Calcio di indicare direttamente alle società internet i siti da oscurare, bypassando in parte il ruolo del Garante.
È probabile che questa mossa politica sia oggetto di un lungo e complesso dibattito, in cui verrà esaminata la sua coerenza e la reale efficacia nel superare gli ostacoli nella lotta alla pirateria. Tuttavia, il controllo sulla piattaforma di comunicazione, la cosiddetta "linea rossa", rimarrà sotto l'egida del Garante. È evidente che il governo sia fortemente determinato ad intervenire in maniera decisa per prevenire qualsiasi violazione del diritto d'autore nelle trasmissioni, escludendo le eccezioni gestite da Sky, Dazn, Amazon Prime, Infinity e altri detentori legittimi dei diritti.
Il contesto di questi sviluppi è ulteriormente complicato dal fatto che la Lega Calcio ha da poco assegnato i diritti di trasmissione della Serie A a Dazn e Sky per ulteriori 5 anni a partire dal 2024, con l'obbligo imposto a queste emittenti di aumentare il numero di abbonati e contrastare in maniera vigorosa la pirateria.
In sintesi, si tratta di un complesso balletto di interessi, legislazioni e strategie politiche che caratterizzano la lotta contro la pirateria nel contesto delle trasmissioni sportive e cinematografiche in Italia. Resta da vedere come si svilupperanno ulteriormente questi eventi, e se alla fine verrà trovata una soluzione che equilibrerà gli interessi in gioco e garantirà la tutela dei diritti d'autore.