Durante gli Sky Inclusion Days, giornata dedicata ai temi dell’inclusione e della diversità con incontri, testimonianze e performance tenutasi a Milano presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, Sarah Varetto, EVP Communications, Inclusion & Bigger Picture, ha discusso con Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia, l'entusiasmo per il "festival dell'inclusione", un evento che si svolge per il secondo anno consecutivo.
Duilio ha espresso il suo orgoglio nel guidare un'azienda che promuove eventi così significativi, sottolineando l'importanza di sensibilizzare sia il pubblico esterno che i dipendenti di Sky sui temi dell'inclusione e della diversità. Il dirigente ha evidenziato come Sky cerchi di valorizzare questi valori, spesso vittime di cliché e pregiudizi, attraverso esperienze dirette che coinvolgono la comunità aziendale e il pubblico. Ha raccontato con emozione le diverse testimonianze ascoltate durante l'evento, che hanno spaziato da storie divertenti a momenti toccanti, sottolineando l'importanza di un mix equilibrato di narrazioni.
Particolarmente significativo è stato l'intervento della Gialappa's Band e l'esercizio condotto da Chiara Gamberale con gli studenti, mirato a far riflettere sui propri sentimenti e sul proprio io interiore. Duilio ha anche menzionato le testimonianze che hanno messo in luce come la diversità possa trasformarsi in unicità e talento, come nel caso di Dalia e suo padre, e ha elogiato il progetto SkyUp The Edit, che coinvolgeva importanti personalità del mondo dello sport.
Infine, ha ribadito l'impegno di Sky nel promuovere l'inclusione e la diversità, non solo come missione aziendale ma anche come responsabilità sociale, sottolineando come queste iniziative possano costruire ponti piuttosto che muri e contribuire a realizzare piccoli sogni che diventano grandi.
All'inizio lo abbiamo chiamato il festival dell'inclusione, però a te è piaciuto subito.
«Sì, è un'idea bellissima, devo dire che è il secondo anno che lo facciamo. Volevo ringraziare tutti quelli che hanno partecipato oggi e devo dire che ogni anno, ogni volta, è un'emozione ancora maggiore, ancora diversa, e credo che sia bello. Io sono davvero orgoglioso di guidare questa azienda che organizza eventi così importanti.»
Siamo una media company e ovviamente facciamo cultura su questi temi, cerchiamo di fare consapevolezza, ma lo facciamo anche con le nostre persone. Come dicevamo stamattina, avevamo tutti i ragazzi delle scuole, nel pomeriggio gli studenti del master in giornalismo della Statale e molti nostri colleghi che sono stati i protagonisti di questo pomeriggio. Anche questo aspetto non è così scontato.
«Sì, non è scontato. È un mondo aperto, questo è un evento aperto a tutti e siamo davvero contenti di avere così tanta gente qui con noi. Io credo che i valori dell'inclusione e della diversità siano un po' nel DNA di Sky da sempre. Noi in questi anni abbiamo cercato di valorizzarli, anche di portarli ancora più alla luce rispetto al passato. Queste sono tematiche che, sai meglio di me, sono spesso oggetto di cliché, di frasi fatte, di pregiudizi anche, e credo che eventi come questo possano poi portare in realtà tutti noi a toccare con mano esperienze, storie di vita vissuta che ci rendono ancora più partecipi e consapevoli del valore di tutto quello che raccontiamo. Quindi, davvero, credo che sia un qualcosa di molto importante per noi ed è anche bello avere tanti nostri colleghi qui.»
Andrea, abbiamo visto veramente tante testimonianze, tanti momenti anche molto divertenti, diciamolo, tanti momenti anche toccanti. Abbiamo imparato anche tante cose, io personalmente ne ho imparate moltissime dai racconti che abbiamo ascoltato su questo palco. Quali sono quelli che ti hanno colpito di più?
«Guarda, credo che prima di tutto sia davvero perfetto il mix che abbiamo identificato tra storie che fanno ridere, perché un po' di storie hanno fatto ridere, storie che emozionano, storie che fanno riflettere. Credo che l'elemento che mi ha più colpito è come le abbiamo, diciamo, mixate al meglio e fatte anche, diciamo, combaciare rispetto a quello che è l'obiettivo della giornata. Chiaramente, mi ha colpito ascoltare la Gialappa's che ha raccontato in un momento come questo come anche, eh, far satira sia poi un esercizio di inclusione.»
Non era facile portare la Gialappa qui con un titolo "Non si può più dire niente" quando vogliamo parlare di diversity inclusion...
«Anche questo è un angolo che, secondo me, ha dato degli ottimi spunti. Come genitore di ragazzi, mi ha colpito molto l’esercizio che ha fatto Chiara Gamberale con alcuni liceali, facendo loro chiudere gli occhi per qualche minuto e riflettere sul proprio io, sul proprio intimo, un’esperienza che è abbastanza particolare.»
I nostri figli rincorrono sempre qualcosa, e forse gli abbiamo anche riempito troppo le vite, in modo esagerato. Però, Chiara davvero oggi ha mostrato ai ragazzi che si può anche fermarsi a ascoltare soltanto il suono della propria mente, della propria anima.
«È qualcosa che ricorderanno sicuramente. Mi ha colpito ascoltare Dalia, anche come l’effetto di una disabilità, alla fine di una malattia come la poliomielite, abbia portato suo padre a diventare il talento e l’artista che poi è diventato. Questo è qualcosa che magari nessuno sapeva. Non lo sapevo e mi ha colpito perché è emblematico di come, con esempi pratici come questo, la diversità diventi unicità, talento, arte, qualcosa di unico e inimitabile che tutti noi abbiamo apprezzato. Ho molto apprezzato anche la premiazione del progetto SkyUp The Edit questa mattina con il Ministro Abodi, Claudio Domenicali, Flavia Pennetta e naturalmente Federico Ferri, perché parlavamo di sport. Credo che i valori dello sport, oltre ad avere la diversity e l’inclusione al proprio interno, come raccontava Flavia, siano essenziali non soltanto per essere felici per le vittorie, che sono molto più rare delle sconfitte, ma anche per imparare dalle sconfitte, riuscire a prendere il buono, superare, rimettersi in gioco e sacrificarsi per provare a vincere la volta successiva. Credo che questo messaggio, rivolto a 300 scuole e tanti studenti, sia uno dei messaggi più belli.»
Sono quest'anno gli 10.000 studenti che hanno partecipato
«Credo che tutto questo faccia parte un po' di provare ad essere un'azienda che si impegna su questi temi in modo concreto e non soltanto, diciamo, teorico.»
Sky crede in queste iniziative perché sono parte integrante della nostra visione aziendale. Come amministratore delegato, credo fermamente che le aziende debbano assumersi un ruolo sociale attivo. Ritengo che iniziative come questa siano essenziali non solo per la nostra azienda, ma anche per la società nel suo insieme. Credo sinceramente che possiamo fare la differenza attraverso il nostro impegno sociale, che si tratti di eventi come questo, di progetti nelle scuole o di altre iniziative. Ogni piccolo contributo conta nel promuovere la diversità, l'inclusione e la consapevolezza sociale.
«Io credo che noi abbiamo un dovere, come azienda e anche come media, un po' perché poi questo lo trasmettiamo come media, di fare, di sviluppare, di promuovere, di raccontare storie, iniziative di questo tipo. Credo che sia anche un po' nel nostro DNA e credo che lo stiamo facendo in questi anni e continueremo a farlo nei prossimi anni. Credo che sia anche l'opportunità di aprire: ognuna di queste storie apre una piccola finestra su mondi dove noi probabilmente non ci eravamo mai affacciati, su storie che avevamo soltanto magari vissuto con distanza, pregiudizio e con un livello anche di ascolto che chiaramente stimola il pensiero per costruire dei ponti invece che dei muri, perché molte volte poi si porta a vedere questo come un muro. In realtà esempi di questo tipo portano a costruire più ponti che muri. A me ha molto colpito, anche per chiudere, il messaggio che ha dato Alessandro Ossola, che è il nostro testimonal, dove raccontava che bisogna lavorare tanto sui piccoli sogni per farli diventare grandi, e lui credo che sia un po' l'emblema di questo, perché chiaramente ha lavorato tanto, aveva dei sogni piccoli che sono diventati grandi. Andare a vincere quello che ha vinto lui a livello olimpico e mondiale credo che sia unico e credo che sia un po' anche quello che noi vogliamo fare. Questo per noi è una cosa piccola, è un piccolo sogno, ma il contributo e il lavoro che ognuno di noi ci mette dietro, l'impegno che ci mettiamo anche nell'ascoltare, nel raccontare queste storie, è un po' emblematico nel fatto che crediamo che poi alla fine la diversità ci renda unici o uniche. Quindi, grazie a tutti quelli che hanno partecipato.»
Articolo di Simone Rossi
per "Digital-News.it"
(twitter: @simone__rossi)