Roma-Inter, finale d'andata di Coppa Italia, si giocherà domani pomeriggio. Il calcio, di fronte all'ordine pubblico, deve chinare la testa. Antonio Matarrese ha tenuto duro sino all'ultimo, ottenendo un incontro al'Viminale con il prefetto Antonio Manganelli, vice capo della polizia, responsabile dell'Osservatorio.
Ma non c'è stato niente da fare e alle otto della sera, a meno di 48 dall'inizio della partita, la Lega di Milano è stata costretta a modificare l'orario: le 18 anziché le 20.30. Una decisione presa, suo malgrado, dal prefetto Achille Serra che si è dovuto piegare alla volontà del Viminale
. Per i responsabili dell'Osservatorio la partita è a rischio 3 e non si può giocare di notte. Lo avevano stabilito giovedì nella riunione settimanale, ma la Lega si era mobilitata e Matarrese aveva annunciato l'orario serale sia per mostrare buona volontà alla Rai, titolare dei diritti televisivi, sia permettere pressione all'Osservatorio.
Il presidente della Lega non è tipo da piegarsi facilmente. Ieri, scortato dal suo vice Rosella Sensi e dal segretario Marco Brunelli, ha incontrato Manganelli e poi il prefetto Achille Serra e il questore Marcello Fulvi.  Due riunioni, una dietro l'altra. «Sull'orario della finale di Coppa Italia non c'è stato niente da fare. Sono tutti preoccupati per il comportamento delle tifoserie».
Ma Matarrese ha allargato il discorso. «Ho ottenuto la certezza che dalla prossima stagione cambieremo registro. Si uscirà dall'emergenza e ricominceremo a programmare di sera anche le partite di spessore. Con quelli dell'Osservatorio sono stato molto chiaro e loro, anche in virtù del comportamento eccellente delle società in questo periodo, mi hanno assicurato che non ci saranno problemi».
Matarrese è stato intransigente. Perché il calcio, così, non può andare avanti. Rischia II tracollo, sotto il profilo dell'immagine e sul piano economico. «Eravamo pronti a non far partire il campionato se non ci fosse stata la volontà di risolvere la faccenda».
Alla fine della stagione la Lega e l'Osservatorio si ritroveranno per affrontare la questione nel dettaglio. «Possiamo fare come in Inghilterra» la proposta di Brunelli. Cioè stabilire anticipi e posticipi nel momento in cui saranno stilati i calendari. «Pronti a cambiare se dovessero verificarsi nuove emergenze». Bisognerà tenere conto del fattore rischio di ogni partita, ma anche delle esigenze della Lega.
Non è possibile, fanno sapere da via Rosellini, che tutte le sfide di un certo spessore, quelle appetite dalle tv, siano programmate di pomeriggio per il timore di incìdenti. Anche perché le televisioni potrebbero chiedere di rinegoziare i contratti.
Non succederà per la Coppa Italia: la Rai non farà causa alla Lega: «E alla fine della settimana ci ritroveremo per studiare il format della prossima edizione», fa sapere Matarrese. Forse ha perso una battaglia, ma dal suo punto di vista ha vinto la guerra. «Mi dispiace per i tifosi romanisti ai quali raccomando di comportarsi bene contro l'Inter».
Perché anche in base a quello che succederà domani l'Osservatorio giovedì deciderà l'orario della finale di ritorno in programma il 19 maggio al Meazza.
Alessandro Bocci
per "Il Corriere della Sera"