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La battaglia delle fiction: contro la crisi una valanga di film tv

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Fonte: La Repubblica

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Televisione
  lunedì, 13 agosto 2007

I reality sono in crisi, il varietà è agonizzante, l'informazione stenta arafforzare la sua offerta, i film non sono più una garanzia di record d'ascolto? C'è la fiction a salvare i palinsesti della tv generalista.

Da dieci anni, l'Auditel registra una rivoluzione sul piccolo schermo: le repliche di Mortalbano valgono anche cinque milioni di spettatori, il Maresciallo Rocca supera il calcio, Distretto di polizia resiste a ogni attacco.

Se il pubblico in fuga — a caccia di offerte di qualità—sceglie il satellite, chi resta non tradisce la fiction. Parlano i numeri: nella passata stagione, ne sono state trasmesse 800 ore: 432 dalla Rai, 368 da Mediaset.

Per oltre 500 milioni di euro d'investimento, cifra confermata quest'anno. «Ormai è un'industria consolidata» spiega il direttore di Raifiction Agostino Sacca «la scorsa stagione RaiUno ha trasmesso 102 serate inedite, con una media di ascolto di oltre 6,3 milioni di spettatori. Dati che fanno riflettere. È come aver staccato 640 milioni di biglietti di prima visione».

Con tutte le difficoltà  denunciate dagli autori, che si sentono spesso "imbrigliati" dalle regole della tv, e dai produttori, perché non si sentono abbastanza sostenuti dal govemo, è il prodotto di punta di Rai e Mediaset.

Si mescolano i generi — memoria, cronaca, classici, commedia — per andare a conquistare il pubblico di età diverse; cresce la ricerca della star (e nasce uno star system televisivo) a cui affidare i ruoli più importanti.

Solo per citarne alcuni, sul fronte Mediaset Michele Placido vestirà i panni di Aldo Moro ma anche quelli di Bernardo Provenzano; per la Rai Beppe Fiorello è il carabiniere Piero Campagna che non smette di cercare la verità per la sorella Graziella, uccisa dai mafiosi nell'85, ma si trasforma anche nel dottor Giuseppe Moscati, il medico dei poveri.

Alessio Boni è Caravaggio nel film di Angelo Longoni (direttore della fotografia il premio Oscar Vittorio Storaro), ma anche il principe Andrej nel kolossal dei kolossal, Guerra e pace. Quattro puntate di cento minuti dal capolavoro di Tolstoj previste a novembre su RaiUno.

L'austerity che colpisce la tv, con la richiesta da parte del direttore generale Rai Claudio Cappon, di contenere i costi (di recente ha convocato i manager dei vari conduttori per tagliare i contratti), non sfiora un settore che garantisce ascolti.

Anche con polemiche interne su costi e ricavi, come nel caso del paventato taglio di Incantesimo, anche se Sacca, la scorsa settimana, faceva notare come laserie, ormai, raggiungendo il 16,3% di share era a un soffio dal concorrente Vivere su Canale 5 (18,9%).

Investimenti record per la fiction: 280 milioni di euro per la Rai «ma», ha spiegato il presidente Claudio Petruccioli al convegno al Festival della fiction, a Roma « l'anno prossimo saranno 300 milioni e il piano è di arrivare a 360 milioni nel triennio. Negli ultimi quattro anni gli investimenti sono cresciuti di 100-110 milioni».

Anche se nell'offerta variegata, Petruccioli auspica che la fiction «si occupi più da vicino della realtà, per esempio dei temi del lavoro. Il servizio pubblico deve puntare sulla produzione di reality-fiction. E se il genere va molto bene, è anche vero che il suo peso dipende dai ritardi in altri ambiti della nostra offerta. Penso all'informazione, che deve fare il salto che ancora non ha fatto, così come all'intrattenimento».

La mancanza di idee, quindi, problema cronico risolto col moltiplicarsi di format e reality, ha contribuito alla crescita delle produzioni, un buco nel palinsesto colmato — con ottimi risultati — da serie lunghe, sit-com (ultimo esperimento Sette vite, realizzata da Carlo Bixio nel centro di produzione Rai di Napoli) e miniserie, unformato, quello in due puntate, cancellato da Mediaset per evitare gli scontro diretti con la Rai.

Cosi Mediaset taglia in altri settori, ma tra un Grarde Fratello e i varietà scommette sulla fiction: budget di 250 milioni di euro, 30 piti dello scorso anno. Il direttore generale dei contenuti Alessandro Salem spiega il cambiamento di rotta: «Ci affideremo atvmovie e lunga serialità, da Carabinieri a Ris, da Distretto di polizia a Cesaroni, mettendo da parte le miniserie. Per evitare gli scontri diretti con laEai ma anche per avvicinare la tv di qualità al cinema. E pensiamo al mercato intemazionale, i film si vendono più facilmente all'estero».

In quest'ondata di fiction made in Italy non vanno dimenticati i serial che l'anno scorso hanno sconvolto il palinsesto Mediaset: il dottor House ha sbancato l'Auditel creando quasi una crisi diplomatica tra Italia 1 e Canale 5. Quest'anno pare che andrà in onda il mercoledì (serata in corsia da non perdere, House più Grey's Anatomy) contro l'Isola dei famosi. Fiction contro reality show, la scommessa è aperta.


Silvia Fumarola
per "La Repubblica"

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