
Per il ministro, a breve temine infatti ''il digitale terrestre continuerà a rappresentare la prosecuzione della televisione generalista con altri mezzi''. Sugli scenari futuri invece il titolare delle Comunicazioni parla di piena affermazione del digitale, con la necessità di pensare che ''comunque i contenuti resteranno centrali e che la tv iperframmentata non è l'unica realtà possibile''. Perché ''nel medio e lungo termine, quando il digitale avrà preso piede e le infrastrutture saranno pronte per davvero, le IpTv e le nuove forme di televisione conquisteranno il mercato televisivo e dovranno essere valide anche nei contenuti''.
''Regole che permettano concorrenza e investimenti'' sono quelle che per Gentiloni devono improntare il quadro normativo che dovrà regolamentare la tv del domani, ''garantendo un mercato libero dove le aziende siano interessate a puntare sul settore televisivo''. ''Sulle regole -spiega il ministro- bisogna che l'Authority di settore sia in grado di intervenire in un mercato pieno di ostacoli e che trova nella crisi della Rai un ulteriore problema che dovrà essere risolto''.
Il Governo assicura Gentiloni ''è in campo collegialmente per portare a termine il bando di gara sulla banda larga, per fare sistema con gli altri soggetti interessati e per investire i fondi in modo da non squilibrare il mercato'', scegliendo una linea di azione ''che non può essere come quella francese completamente liberista o come quella tedesca -conclude- che ha scelto la direzione opposta''.