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Gentiloni, la Tv generalista deve sopravvivere anche nell'era digitale

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Fonte: Adnkronos

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Televisione
  mercoledì, 26 settembre 2007
Paolo Gentiloni''La tv generalista deve sopravvivere anche nel futuro digitale''. Lo ha detto il ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni, intervenendo questa mattina al Broadband Business Forum di Roma. Per Gentiloni quella generalista è ''una televisione ad ampio valore democratico, in grado comunque di aggregare le persone, di creare dibattito e di permettere di condividere eventi importanti per il Paese, siano essi fatti di cronaca o una partita della Nazionale".

Per il ministro, a breve temine infatti ''il digitale terrestre continuerà a rappresentare la prosecuzione della televisione generalista con altri mezzi''. Sugli scenari futuri invece il titolare delle Comunicazioni parla di piena affermazione del digitale, con la necessità di pensare che ''comunque i contenuti resteranno centrali e che la tv iperframmentata non è l'unica realtà possibile''. Perché ''nel medio e lungo termine, quando il digitale avrà preso piede e le infrastrutture saranno pronte per davvero, le IpTv e le nuove forme di televisione conquisteranno il mercato televisivo e dovranno essere valide anche nei contenuti''.

''Regole che permettano concorrenza e investimenti'' sono quelle che per Gentiloni devono improntare il quadro normativo che dovrà regolamentare la tv del domani, ''garantendo un mercato libero dove le aziende siano interessate a puntare sul settore televisivo''. ''Sulle regole -spiega il ministro- bisogna che l'Authority di settore sia in grado di intervenire in un mercato pieno di ostacoli e che trova nella crisi della Rai un ulteriore problema che dovrà essere risolto''.

Il Governo assicura Gentiloni ''è in campo collegialmente per portare a termine il bando di gara sulla banda larga, per fare sistema con gli altri soggetti interessati e per investire i fondi in modo da non squilibrare il mercato'', scegliendo una linea di azione ''che non può essere come quella francese completamente liberista o come quella tedesca -conclude- che ha scelto la direzione opposta''.

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