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Benissimo: un milione 232mila spettatori, 6% di share, una festa per la piccola La7 e le sue scelte controcorrente. Già , e quando sbaglia un colpo Paolini? Dal boom del Vajont, 1997, alle altre orazioni civili, l'autore-attore di Belluno, 51 anni, non fa che infilare successi che ammanta di pudore simile a quello dei rugbysti pre-era professionismo che racconterà domani sera, non a caso vigilia del Torneo delle Sei Nazioni (esclusiva La7) che sabato alle 15 vedrà l'Italia battagliare a Dublino.
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Album d'aprile unisce le vicende dei tumulti di piazza di metà anni Settanta a quelle dell'immaginaria, ma non troppo, squadra di rugby giovanile Jole di Treviso. L'alter ego di Paolini, il timido Nicola, passa dai placcaggi nei campi fangosi alle "discussioni'" nelle piazze facendo tappa nel bar dove la Jole serve "ombre", cucina "folpi" (polipi) e insegna la vita, come fa del resto il preteoperaio (tutta una parola) e allenatore Tarciso che nelle regole scritte e non scritte del rugby trova analogie con un più noto decalogo.
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L'aggiornamento del titolo originario (il monologo Aprile '74/5 scritto a metà anni 90) ha lasciato intatto il testo che viene ora accompagnato dal musicista Lorenzo Monguzzi, dei Mercanti di Liquore. «Qua e là -spiega Paolini - ho tuttavia inserito riferimenti all'attualità : invece di 20 sono adesso più di 30 gli anni trascorsi dagli eventi politici citati, mentre il rugby, sia pure solo da una decina d'anni, è stato investito dal professionismo e da una popolarità non sempre lineare, anche se la fisicità caratteristica del gioco ne salverà sempre la sostanza fatta di passione e di gente che non tira mai indietro la faccia. Ogni tanto, in Album d'aprile, mi tocca quindi dire: "Allora si giocava così, allora si usava così"». Paolini l'ha sempre specificato: «Non ho mai giocato a rugby, ma sono cresciuto fra Treviso e Padova, culla della palla ovale italiana, e ne sono restato stregato».
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Nel rugby, in effetti, Paolini c'è entrato con l'anima e questo album, come certe fotografie seppiate che in un istante ti fanno capire un mondo, resta un tesoro unico sia per la minoranza anche un po' gelosa che conosce e ama l'ambiente ovale, sia per le folle che l'hanno scoperto in questi anni grazie al Sei Nazioni e alle dirette (in chiaro) de La7 che il 9 marzo (ore 14,30) regalerà un'altra novità di Paolini e della Jolefim: il documentario Sei nazioni e una provincia, ovvero le immagini che l'attore ha raccolto soprattutto nelle periferie del rugby italico anche con l'intento di ricavarne i 15 "corti" con cui sempre su La7 spiega in questi giorni le ancora misteriose regole della palla ovale.
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Paolo Ricci Bitti
per "Il Messaggero"
per "Il Messaggero"