John De Mol torna a casa. Aveva venduto tutto a prezzi stellari nel 2000, ricompra un pezzo a prezzi umani nel 2007. La sua creatura, generata, venduta e ora in parte ricomprata è la Endemol, diventata mitica con l’esplosione del Grande Fratello, che è il padre di tutti i reality show ed è diventato lo spartiacque tra la due ere televisive: la tv che c’era prima e quella che c’è stata dopo.
La storia dei passaggi di mano di Endemol è interessante. In una intervista ad Affari & Finanza rilasciata nel novembre del 2000, pochissimi mesi dopo la vendita di Endemol alla spagnola Telefonica, De Mol spiegava: «Tra le fine del 1998 e l’inizio del ’99 ci volevano tutti, e noi abbiamo cominciato a ragionarci sopra seriamente. Non ci interessava una grande industria televisiva tradizionale, che non avrebbe aggiunto nulla a quello che sapevamo già fare, abbiamo cercato quello che non avevamo e cioè la competenza in nuovi settori. Così abbiamo scelto Telefonica».
Ironia della sorte ora De Mol rientra nell’azionariato della Endemol con una quota di minoranza insieme a Golman Sachs e soprattutto al grande gruppo televisivo Mediaset. La sorte si esprime talvolta con ironia, ma la logica di De Mol è difficile da contestare: Telefonica pagò Endemol oltre cinque miliardi di euro, una bella fetta dei quali finirono nelle tasche del fondatore John, che ora rientra comprando la sua quota sulla base di una valutazione praticamente dimezzata.
E’ la logica di Telefonica che semmai sfugge un po’ di più, anche se a quei tempi di soldi le grandi compagnie telefoniche (e non solo) ne hanno bruciati tanti sull’onda dell’astro sorgente di internet e sulle promesse dell’UMTS. Nel caso specifico fu proprio l’UMTS a spingere Telefonica strapagare, e De Mol e i suoi soci a incassare, con l’idea che quella fabbrica di creatività televisiva avrebbe potuto diventare una fabbrica di contenuti anche per i telefonini, e a quel tempo la convinzione era che chi aveva i contenuti avrebbe dominato il mercato dei cellulari di seconda generazione.
Poi è accaduto che la seconda generazione ha avuto assai meno successo della prima, e ci si è accorti che il lavoro di gestore telefonico e di provider di internet erano diversi da quello del produttore di contenuti, per cui era meglio che ciascuno si concentrasse in quello che sapeva fare.
In questa traiettoria la Endemol non ci ha rimesso, se non per quella sensazione di abbandono che ha un’azienda quando percepisce che il suo padrone pensa ad altro, mentre John De Mol non ci ha rimesso affatto, perché dopo aver incassato la montagna di denari che lo resero l’uomo più ricco d’Olanda, e lo fecero entrare di prepotenza tra i miliardari della classifica di Forbes, è rimasto a dirigere le attività creative di Endemol fino al 2004 e poi, lasciata la preziosa creatura, si è messo in proprio creando un gruppo multimediale (che non gli ha dato grandi soddisfazioni ed ora è in vendita) e soprattutto dedicandosi ad una nuova ‘serra creativa’ per continuare a fare, in proprio e con successo, la cosa che sa fare meglio: creare format televisivi.
E’ un personaggio singolare John De Mol. Tanto per cominciare quando ha dovuto dare un nome alla sua nuova impresa, nella scelta si è ispirato al suo: poiché la parola ‘mol’ in olandese vuol dire ‘talpa’, ha pensato bene di adottare la parola latina (e italiana) che ha lo stesso significato, ed è così che il suo gruppo è stato battezzato ‘Talpa Media’, con la sua Talpa Tv (poi rinominata ‘Tien’), un paio di radio, un portale internet e appunto la ‘serra creativa’, la sola cosa che De Mol ha intenzione di conservare dopo aver venduto il resto del gruppo.
Continuando alla ricerca delle singolarità, se ne scova un’altra. Avendo deciso di creare una nuova rete e potendo scegliere il paese dove impiantarla, De Mol ha deciso per il suo paese, l’Olanda, che non solo è, per popolazione, piuttosto piccolo, ma per di più televisivamente assai affollato, avendo già ben nove reti tv generaliste. Talpa è stata la decima, con una missione quasi impossibile da compiere.
Questa scelta rivela un aspetto della personalità di De Mol. E’ un olandese pragmatico ed essenziale, come molti dei suoi concittadini, ma al contrario di quanto la sua carica di creatività farebbe pensare, è un abitudinario. Abita da moltissimi anni nella stessa casa, nei dintorni di Hilversum, a poca distanza dalla sede della Endemol. Va in vacanza poco, e sempre in Portogallo, nella regione dell’Algarve, anche lì in una casa che possiede da molti anni. Non ama viaggiare. Fa vita ritirata insieme alla sua compagna (ha divorziato ormai molti anni fa dalla sua unica moglie, dalla quale ha avuto un figlio, che fa l’attore e si chiama Johnny).
Tra le persone che frequenta di più c’è la sorella, Linda De Mol, che è un affermato personaggio televisivo in Germania e che è stato lui stesso a scoprire («se non l’avessi fatto io l’avrebbe scoperta qualcun altro» dice).
La sua storia è affascinante, come tutte le storie di chi si è fatto da se. Vagamente figlio d’arte, nel senso di contiguità con il mondo dello spettacolo, essendo nipote di un direttore d’orchestra e figlio di un musicista considerato ai suoi tempi d’oro una sorta di Frank Sinatra olandese. La sorella star della tv tedesca e il figlio attore completano il quadro.
Comincia lavorando in una radio pirata, Radio Nordzee che ai primi tempi trasmetteva da un battello fuori dalle territoriali olandesi per passare poi ai servizi sportivi della televisione pubblica. Dopo aver fatto per un po’ il produttore nella tv di stato, nel 1979, a soli 24 anni, il giovane John si mette in proprio e fonda la John De Mol Productions. L’attività ha un notevole successo, grazie anche al fatto che l’Olanda era, a quei tempi, il solo paese d’Europa in cui i ‘broadcaster’ erano più deboli dei produttori.
Nel 1994 arriva il secondo passaggio. La John de Mol Productions si unisce con l’altra casa di produzione forte del paese, creata da Joppe Van Der Ende, l’inventore di Holiday on Ice, e il gruppo, denominato Endemol dai nomi dei due proprietari, è pronto per il decollo. Che avviene con il Grande Fratello, il padre di tutti i reality, che cambia la televisione e dà alla Endemol notorietà mondiale.
Sulla nascita del Grande Fratello la storiografia, se così si può dire, è precisa. Il parto avvenne nella tarda serata di giovedì 4 settembre del 1997, durante un ‘brainstorming’ tra De Mol e un ristretto gruppo di suoi collaboratori, esattamente Patrick Scholtze e i due fratelli Bart e Paul Romer.
L’idea iniziale era di chiudere sei persone in una lussuosa villa e il titolo iniziale era The Golden Cage, La Gabbia Dorata. Lo spunto veniva da un esperimento compiuto nel deserto dell’Arizona nel 1991, che si chiamava Biosfera 2 e consisteva nell’aver chiuso otto persone sotto una cupola geodesica che avrebbe dovuto riprodurre l’ambiente terrestre. L’idea iniziale fu ovviamente rivista e affinata tenendo conto di altre esperienze e fu trasformata profondamente fino a diventare il Grande Fratello.
Le intuizioni furono molte, c’è una letteratura sconfinata in proposito, e, tra le tante, anche quella di costruire il programma per una piattaforma multimediale, tale cioè che potesse passare non solo in tv ma anche su Internet e coinvolgere i telefonini.
Le critiche furono molte ma il successo è stato immenso, tanto che il programma è stato realizzato e replicato in molti paesi e ha share elevatissimi ancora oggi, a dieci anni dalla sua nascita.
Con il Grande Fratello in tasca non fu difficile per Ende e De Mol trovare la via per la quotazione in Borsa e, con i soldi realizzati con il collocamento, avviare un sostenuto programma di internazionalizzazione. Oggi il gruppo è presente con le sue attività produttive in 26 paesi ed ha accumulato un portafoglio di oltre mille e 400 format, alcuni dei quali, come il Grande Fratello e Affari Tuoi, sempre in testa alle classifiche della audience in numerosi paesi.
La Endemol è così diventata uno dei grandi del mondo nel suo settore, una fabbrica, anzi una rete di fabbriche che inventano format e li producono in giro per il pianeta. Di essa di dice, non del tutto a torto, che abbia cambiato la televisione. Il talento di John De Mol, che l’ha creata, è stato quello di mettere insieme la materia prima, la creatività, con la gestione manageriale e la finanza.
Lui, personalmente, preferisce la gestione della prima. La finanza l’ha affidata a Frank Botman, che a quello che si dice ha moltiplicato le ricchezze dell’abitudinario John, con una lunga serie di redditizie operazioni, tra le quali quelle nel capitale del Manchester United e nelle italiane Eni e Pirelli.
Marco Panara
per "La Repubblica - Affari e Finanza"