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Dunque è la varietàdell'offerta la chiave del successo della tv satellitare?
«Assolutamente si. II successo di Sky nasce dalle potenzialitàdella televisione multicanale. Con centinaia di canali il telespettatore può finalmente scegliere ciò che davvero preferisce e c'è spazio per mandare in onda programmi che il pubblico italiano non avrebbe altrimenti modo di vedere».
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Negli ultimi anni la parola d'ordine in televisione è "qualità". Tutti ne parlano, pochi la praticano.
«Ed è un peccato perché, come ha detto il critico televisivo Aldo Grasso proprio ad Avvenire qualche giorno fa, la televisione non è mai stata ricca di spunti come oggi. Il concerto di qualitàè alla base della programmazione Sky: se ragionassimo in maniera differente non avremmo scelto, ad esempio, di dedicare ben quattro canali all'alta definizione, che hanno, almeno per ora, un target ristretto di appassionati dell'audio-video».
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Torniamo all'Auditel.
«Sky si è fortemente battuta per consentire la rilevazione e la pubblicazione dei dati d'ascolto satellitari in modo da garantire la più totale trasparenza, nei confronti del mercato pubblicitario».
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Ad una prima lettura i numeri non sono altissimi.
«Ma non ci sorprendono. La frammentazione dell'audience è la logica conseguenza di un'offerta televisiva ricca e molto diversificata E, poi, è inappropriato confrontare i numeri della tv generalista con quelli della tv satellitare, visto che la prima ha una platea potenziale di oltre 50 milioni di spettatori mentre Sky può essere seguita solo da un pubblico di quattro milioni ai abbonati».
Perciò?
«Perciò è assolutamente normale che alcuni numeri della pay-tv siano piccoli, visto che il palinsesto e studiato apposta per accontentare tanto la grande platea quanto le sempre più numerose e frammentate nicchie di pubblico. Sarebbe come paragonare l'audience di un film in tv con gli spettatori che vanno al cinema. Faccio un esempio: qualche settimana fa Raiuno ha trasmesso un film di grande successo, Million Dollar Baby, che ha avuto un'audience di ben 5 milioni e 100 mila spettatori Lo stesso film è stato programmato in centinaia di cinema italiani per un periodo piuttosto lungo ed è stato visto, in totale, da 1 milione e 320 mila persone. Avrebbe senso interpretare questi dati come un successo di Raiuno e un insuccesso del cinema?».
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Tiziana Lupi
per "Avvenire"
per "Avvenire"