Maghi teleimbonitori e sortilegi d'amore spacciati come «rimedi infallibili». Lo psicodramma nazionale generato dal caso Vanna Marchi si ripete, Anche in questo caso l'indagine nasce da alcune denunce di telespettatori a «Striscia la notizia» e «Mi manda Raitre».
A Varese è finita sotto inchiesta la «Magic Star», società di cartomanzia che proponeva «consulti in diretta», ma che offriva anche «riti personalizzati, fuori onda». Quei «riti», secondo gli inquirenti, erano delle truffe. Decine le denunce.
GLI ARRESTI â E qualche giorno fa per otto persone sono scattati gli arresti domiciliari. Altre cinque sono indagate a piede libero. Ieri una nuova svolta nell'inchiesta: il capo della baracca, l'imprenditore Enzo Cugnasco, un quarantacinquenne che protesta a gran voce la sua innocenza, è finito in prigione, insieme alla convivente Graziella Panella â il volto pubblico della società â perché secondo la procura tentava di influenzare e di minacciare coindagati e testimoni, chiamandoli al telefono dalla sua casa di Varese dove si trovava rinchiuso agli arresti domiciliari. Tutto questo mentre alla Guardia di finanza di Varese continuano ad arrivare nuove segnalazioni di imbrogli.
IL RITO DELL'IMPOTENZA â Alla «Magic Star» â una delle società più note del settore, sponsor per anni dei bus del trasporto pubblico di Varese âfino a poco tempo fa i cartomanti proponevano rimedi per ogni soluzione.
Per sconfiggere un rivale in amore, ad esempio, si dovevano comperare un rito e degli attrezzi (un fallo di gomma, un cero e dei chiodi). 11 lunedì, il mercoledì e il giovedì, in fase di luna calante, si doveva recitare un «mantra potentissimo» davanti al cero acceso: «Aliska nefandi solaa... ».
Un colpo di martello e giù il primo chiodo. In questo modo â assicuravano i maghi â le parti intime del rivale si depotenziavano e la strada per la conquista della donna desiderata era spianata... Nelle carte dell'indagine il pm Tiziano Masini scrive che erano tutte «ciarlatanerie». Un reato del 1933.
LE INTERCETTAZIONI â Una cliente telefona a una maga e dice che il rito sta funzionando e che la sera uscirà con l'uomo che ama. La cartomante abbozza, naturalmente non si sorprende, ma una volta appesa la cornetta, chiamale colleghe: «Quella va a mangiare la pizza col tipo, io ho una fortuna della Madonna (ride)... ». Ma se i sortilegi non funzionavano la spiegazione era pronta: «Avrai i primi risultati per fine gennaio â dice sempre al telefono la stessa maga a un altro cliente in crisi â per ora non succede niente perché sei campanato dal rito del sole». E il «campanato» abbocca.
LE MINACCE â Ma dopo qualche tempo molti «clienti» cominciano a sospettare. In un caso, a una poveretta che ha ricevuto dalla «Magic Star» un minaccioso avviso di pagamento, è la stessa maga che spiega al telefono: « ...sono cose che fanno a livello truffa, questa carta non ha alcun valore... ». Le stesse accuse che un altro sensitivo, l'eccentrico Absea, aveva rivolto agli ex colleglli durante un processo per diffamazione a maggio, incatenandosi, prima dell'udienza, davanti alla sede della «Magic Star».
CENTOMILA CLIENTI â I vertici della società si difendono dicendo l'attività di maghi e cartomanti riuniti sotto il marchio «Magic Star» è stata lecita e senza alcun abuso e che se qualche mago faceva il furbo loro non lo potevano sapere. Quel che è certo è che nella banca dati della società sono stati schedati 100mila profili di clienti di tutta Italia, un numero impressionante che rivela uno spaccato del Paese credulone e disperato: garantiva spesso al mago la possibilità di conoscere la vita della persona che chiamava in diretta. La «Magic Star» era una potenza nel genere, le sue trasmissioni hanno fatto per 15 anni il giro delle tivù private.
Un'emittente, «Varese sat», se l'erano persino comprata. Ora è oscurata e sotto sequestro. Ma a Varese la pubblicità con la faccia della maga Graziella Panella gira ancora sugli autobus, sorride alle fermate, e resiste nei tagliandi della sosta. Il Comune non li ha ritirati, come se per trovare parcheggio in città ci volesse un rito.
Roberto Rotondo
per "Il Corriere della Sera"