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Sospesa Radio Belva di Cruciani e Parenzo dopo la rissa con Sgarbi

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Fonte: Digital-Sat

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«Radio Belva torna ai box. La nuova trasmissione di Cruciani e Parenzo ha provato a fare un giro di pista, ma è finita fuori alla seconda curva: ieri sera ho visto cose che non si possono vedere in onda, e che non possiamo e non dobbiamo permetterci di trasmettere». Così il Direttore Generale Informazione Mediaset) Mauro Crippa in merito alle polemiche dopo la trasmissione andata in onda ieri sera su Rete4.

«Spesso ci si lamenta perché la televisione non tenta nuovi format e nuovi volti, ma come sappiamo la strada della sperimentazione è piena di insidie e inevitabilmente anche di errori che devono essere corretti. Il prototipo di Radio Belva, dunque, rientra in officina per la messa punto. E per tornare prossimamente in gara nelle forme e nei modi che vi faremo sapere al più presto».

Giuseppe Feyles (direttore di Rete 4) ha dichiarato: «Retequattro sospende la messa in onda di “Radio Belva”. Il programma non ha le caratteristiche di tono e contenuto adatti al prime time della rete. Ieri, in alcuni momenti, la concitazione della diretta ha preso una deriva non condivisibile, della quale ci scusiamo con il pubblico e gli ospiti in studio e in collegamento. Ringrazio comunque Cruciani e Parenzo, le cui capacità professionali non sono in discussione, e Videonews che ha realizzato il programma e che continuerà in futuro a fornire alla rete prodotti di qualità e successo».


«Sono felice. Avevo profetizzato la chiusura di 'Radio Belva'. I conduttori del programma devono imparare il rispetto per gli altri. Hanno usato gli ospiti come animali da circo. Non si chiama la gente solo per cercare di mortificarla. E per questo la loro puntata andava comunque sanzionata. Detto questo, però, io credo che una seconda puntata sarebbe stata opportuna. Avrebbero corretto il tiro o sarebbero andati allo scontro?».

Vittorio Sgarbi, dopo la notizia della sospensione di Radio Belva, che ieri ha debuttato su Rete 4 con una lunga scia di polemiche, spiega all'Adnkronos il proprio punto di vista e ironizza: «Ho chiamato Berlusconi e gli ho detto 'chiudi il programma'. No. Quando l'ho fatto con Confalonieri si è scatenata la polemica. E poi, quando ho parlato in passato con Berlusconi, la sua impotenza è stata massima. Lui cioè poteva certamente chiamare Feyles, il quale, però, aspettava il capo vero per agire, vale a dire Piersilvio Berlusconi».

«Non si può, in generale, far condurre un programma a due maleducati di quel genere. Poteva essere un'idea migliore scegliere come conduttori due volti noi, il mio e quello della Parietti per esempio, e lasciare in un angolo Parenzo e Cruciani con le loro cuffiette, come due animali sporchi come le zanzare. Loro, va detto, non hanno fatto ascolti bassi per colpa mia. Anzi. Il picco migliore c'è stato proprio grazie a me e alla Parietti che, tra l'altro, questa mattina mi ha mandato un sms dicendomi che, sproloqui a parte, avevo ragione io ad avereli accusati di trattarci come animali da circo, di usarci in sostanza. Quello su cui mi sono arrabbiato - tiene a sottolineare il critico - è l'essere stato accusato di una cosa falsa. Io a Berlusconi ho dato tutto senza ricevere niente. E bastava che loro non dicessero il falso e rispettassero gli interlocutori, come del resto sono riusciti a fare per esempio con Villaggio, perchè il programma andasse meglio. E invece hanno tenuto la Parietti ferma per tre ore per poi parlare di labbra rifatte. L'hanno maltrattata e lei se ne è accorta troppo tardi».

«Comunque - torna a bomba Sgarbi - io non avrei chiuso il programma. Ma con loro ora condivido il record di un programma chiuso dopo la prima puntata. A me è capitò su Rai 1 con 'Ora ci tocca anche Sgarbì che all'esordio fece il 9%. Ma quando Mazza mi chiamò, io dissi subito di chiudere. Adesso, quindi, Parenzo e Cruciani non facciano le vittime!». La loro è «una volgarita' concettuale che per radio si vede meno - prosegue Sgarbi - Potrebbero per esempio fare radio in tv. Ma mi dispiace in assoluto per me, che non amo in sè il fatto di arrabbiarmi, e per loro».

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