Tatti Sanguineti rilegge il mito di Don Camillo, l'affresco di un Italia divisa tra Democristiani e Comunisti ma dove, nonostante la contrapposizione, gli avversari politici avevano stima l'uno dell'altro e, quando la necessità lo richiedeva, sapevano lottare fianco a fianco per gli stessi ideali.
Dal 25 settembre, per cinque appuntamenti, l'eclettico critico e autore savonese apre e chiude la prima serata di Retequattro commentando, ricordando e svelando - sotto una luce inedita - le popolari pellicole ispirate ai racconti di Giovanni Guareschi.
Quali sono i fattori dell'inossidabile successo di questo ritratto comico/realistico dell'Italia del Dopoguerra?
Con il suo inconfondibile tratto, Sanguineti racconta aneddoti sconosciuti, retroscena e accoglienza intellettuale dell'arcinota e annosa lotta tra il combattivo parroco di un paesino della pianura emiliana (Fernandel) e il sindaco comunista Giuseppe Bottazzi, detto Peppone (Gino Cervi).
Apre la rassegna, "Don Camillo" (Julien Duvivier, 1952), campione d'incasso della stagione 1952-53 e primo film di una serie prodotta dalla Cineriz e proseguita fino al 1965.
In cartellone, anche gli altri quattro episodi della saga: "Il ritorno di Don Camillo" (Julien Duvivier, 1953); "Don Camillo e l'onorevole Peppone" (Carmine Gallone, 1955); "Don Camillo monsignore... ma non troppo" (Carmine Gallone, 1961); "Il compagno don Camillo" (Luigi Comencini, 1965).