In questa settimana Aldo Grasso sul Corriere si domandava se stessimo per assistere alla definitiva scomparsa del palinsesto: in un mondo sempre più digitale le tecnologie possono dare il colpo di grazia alla tv tradizionale e dare il via alla spesso invocata personalizzazione televisiva? Di questo e altro parliamo nel nuovo VENERDÌTORIALE.
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Una struttura oraria di visione non potrà mai scomparire, ma andrà via via perdendo la sua standardizzazione, ovvero la caratteristica di essere la stessa per milioni di persone, come quelle che hanno scelto di trascorrere le serate di lunedì e martedì in compagnia della famiglia Martini di “Un medico in famigliaâ€. Il loro ‘palinsesto’ prevedeva questo appuntamento e non lo hanno mancato.
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Ma a quali altri importanti eventi hanno rinunciato per potervi assistere? Quelle persone sono state messe di fronte ad una scelta: guardare la fiction preferita (a quell’ora, con quelle interruzioni pubblicitarie) oppure fare altro, qualcosa di extra-televisivo magari più allettante? Quello verso cui andiamo è un annullamento di queste scelte, anzi ad una molteplicità di alternative senza però dover effettuare delle rinunce.
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Tutti questi servizi offrono immense possibilità di personalizzazione, ma basta pensare a quel famoso sito chiamato YouTube per ipotizzare scenari ancora più modellabili: i video di YouTube infatti possono trovare accesso anche da un semplice telefonino non particolarmente datato, rendendo di fatto disponibili i contenuti video (e anche lì le produzioni televisive sono la maggioranza) anche in mobilità , rendendoci multitasking anche lontani dal pc.
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Durante il XX secolo, l’accesso alla televisione e ai film da parte nostra era diverso dall’accesso ai libri. Nel caso della televisione e dei film, lo spettatore doveva adeguare i suoi orari alla tempistica del distributore. Era la tecnologia a imporre questo vincolo; e questo vincolo finì per sembrarci naturale. (…)
Nello stesso periodo, invece, l’accesso ai libri avveniva in modo diverso. In questo caso l’aspettativa “naturale†(perlomeno nel XX secolo) era che il contenuto fosse accessibile in base ai nostri tempi. Quando entravamo in una biblioteca ci aspettavamo di ottenere ciò che volevamo in un preciso momento. (…) Se un incaricato ci avesse detto, non appena fossimo entrati in biblioteca, “Mi dispiace, nel pomeriggio offriamo solo saggi. Se vuole leggere i libri di narrativa, torni dopo le cinque del pomeriggioâ€, ce la saremmo presa moltissimo. L’idea che la biblioteca potesse dettare ciò che dovevamo leggere e quando dovevamo leggerlo risultava oltraggiosa. Oppure, in altri termini, sarebbe stato considerato oltraggioso da parte di qualunque biblioteca, libreria o editore esercitare sull’accesso ai libri lo stesso controllo che le emittenti televisive e le case di distribuzione cinematografiche esercitavano sui film e sulla televisione.
Nel XXI secolo la televisione e i film saranno “librificatiâ€. In altre parole, le nostre aspettative riguardo alla capacità di accedere ai contenuti video saranno identiche a quelle che abbiamo oggi in relazione all’accesso ai libri. L’idea che dobbiamo adeguare i nostri orari a quelli di un distributore sembrerà sempre più ridicola. L’idea che dobbiamo aspettare la “prima serata†per guardare i programmi televisivi più importanti sembrerà semplicemente un po’ fascista. “Libertà †significherà libertà di scegliere di guardare ciò che vogliamo quando vogliamo. In entrambi i casi, non necessariamente gratis. In entrambi i casi, però, in base ai nostri orari, non a quelli di qualcun altro.
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Esatto, è “scioccoâ€, ma per ora fare questo legalmente è il più delle volte un vero problema. Sul tema del diritto d’autore, centrale in questo libro, torneremo senz’altro. Per ora basti ricordare come YouTube, croce e delizia dei produttori di contenuti, sta assumendo un ruolo duplice: nemico o potenziale alleato? Basti considerare due diversi approcci : quello di Mediaset, che ha fatto causa, e quello di Fox Channels Italy, ultima in ordine di tempo a firmare un accordo che sta rendendo disponibile la visione gratuita della serie sul ‘Mostro di Firenze’. Un esperimento? Forse. Oppure semplicemente il futuro.
 Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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