Raccontare un territorio devastato dalla camorra e al tempo stesso dare un volto alla resistenza, a chi faticosamente ci vive sentendosi baluardo della legalità. Il romanzo best seller di Roberto Saviano, 12 milioni di copie vendute nel mondo, da cui Matteo Garrone ha tratto un bellissimo e premiato film, genera ora una serie tv per Sky (e successivamente in chiaro su La7) di 12 puntate.
Il ciak è già stato dato, siamo alla quarta settimana di riprese, ma solo da qualche giorno il presidente della ottava municipalità Angelo Pisani ha dato un sì a girare scene anche a Scampia dopo una iniziale contrarietà temendo che la serie tv avrebbe dato un colpo di grazia a quella zona della periferia di Napoli, associando definitivamente Scampia al regno di Gomorra. Stefano Sollima, il regista che ha saputo fare della serie di Romanzo Criminale una delle fiction cult italiane degli ultimi anni, è dietro la macchina da presa a dirigere un cast napoletano al 100%, facce vere che dovranno dare a Gomorra quella cifra di cinema spettacolare in tv e al tempo stesso una verità, un realismo da documentario d'inchiesta. Con Gomorra insomma Sollima, con la produzione Cattleya e con Sky tenta il bis di Romanzo Criminale.
«I primi girati - dice all'ANSA il produttore Riccardo Tozzi - sono di grande fascino, le location sono così realistiche da sembrare estreme, c'è un'aria alla Blade Runner». Ad aiutare sul posto, quasi a verificare la veridicità delle situazioni, un imprenditore locale e impegnato che il cinema nazionale ha cominciato a conoscere: Gaetano Di Vaio (Figli del Bronx), un produttore con precedenti penali che dall'esperienza del carcere ha saputo rinascere diventando un punto di riferimento.
Dice all'ANSA il produttore Maurizio Timi, «non c'è in questa serie nessuna strizzata d'occhio alla camorra o una compiacenza, se questo tema poteva porsi con Romanzo Criminale, qui sin dall'inizio ci si è dati un obiettivo di condanna. Questa è una storia di vittime che procurano altre vittime, nessuna altra lettura è possibile ma certo non è un'inchiesta seppure rispettiamo con i codici della narrazione la realtà: una storia di cattivi in cui però si muovono quei personaggi positivi del territorio che lottano per cambiare le cose».
Prima di cominciare le riprese, su cui Cattleya/Sky, Fandango e la partnership tedesca della Beta Film hanno avuto le autorizzazioni del caso a cominciare da quella del sindaco di Napoli De Magistris, gli autori e la produzione hanno avuto tanti contatti con le associazioni, spesso veri e propri avamposti di civiltà.
Si gira anche a Secondigliano, Fuorigrotta, i Quartieri, tutto l'hinterland e poi la Spagna e il Nord, Milano e Ferrara. Il presidente Pisani «più che ricreduto sulle riprese a Scampia ha preso atto», dice Timi. In tempi di crisi economica devastante, una produzione così importante sul territorio può essere d'aiuto. «In cambio», ci sarà anche un documentario sulla realtà di Scampia che sarà trasmesso da Sky e poi forse anche un progetto più ampio legato alle associazioni e ai laboratori di audiovisivo.
Nelle 12 puntate si intrecciano le storie di 'regnì criminali: del traffico di droga, del riciclaggio di denaro, degli affari loschi intorno ai rifiuti e dei grandi appalti, svelando connivenze con la politica e la finanza. Tra i protagonisti, un prete, un giornalista, una volontaria in un centro di assistenza sociale. Lo stesso Saviano firma la direzione artistica del progetto, «ci ha accompagnati - aggiunge Timi - in tutta la fase di scrittura e sviluppo. Sul set? Non non è ancora venuto». La sceneggiatura è affidata a Stefano Bises, Leonardo Fasoli e Ludovica Rampoldi, con la collaborazione dello stesso Sollima. La messa in onda della serie è prevista su Sky Cinema per la primavera 2014.