Rivendica con orgoglio, ora che la prendono in giro perché è diventata una “sciura” dopo il fidanzamento con Gerò Carraro, di essere “una cattiva ragazza del popolo”. “Mi interessano i problemi reali della gente”, spiega Simona Ventura “di chi si fa 22 anni di galera ingiustamente, m’interessa l’Italia, paese a due velocità: per questo preparo un talk show in cui far parlare la gente. Non ho fiducia nei politici, non sono credibili”.
Simona, il 20 riparte “X Factor” su SkyUno, e prepara un talk show “apolitico” in cui dà voce al pubblico. Com’è nata l’idea?
“Se stai sempre in tv non riesci a pensare. Lavorando a Sky ho avuto la fortuna di potermi riappropriare delle mie idee e con Giampiero Solari e Massimo Cinque abbiamo partorito questo format. Non sarà un talk “alla Santoro”, “alla Formigli”, “alla Paragone”. Sarà un programma alla mia maniera, la maniera del popolo: dico quello che penso”.
Va bene. Ma come sarà?
“Una sorpresa. Registro domani (oggi per chi legge, n. d. r.) il numero zero e speriamo bene. Il mio stile può piacere o non piacere. Un amico americano mi diceva: “Voi italiani parlate intorno al problema e non trovate la soluzione”. Io vorrei andare dritta al cuore del problema”.
Inviterà ospiti, ci saranno esperti?
“No, ce ne sono già troppi. Non spiego la formula se no mi rubano l’idea. Però è diversa, ci credo molto. Bisogna difendere l’Italia, lavorare sulle nostre eccellenze – il lusso, l’artigianato – se no verremo uccisi dai nuovi mercati, India e Cina hanno il coltello tra i denti. L’Italia non riparte se non riflette su questo”.
Si dedicherà solo al talk?
“No, preparo un reality contro i caratteri italiani, lascerà tutti a bocca aperta. È un genere che adoro, si declina su vari temi”.
La Rai ha un presidente donna e una donna guida RaiFiction.
“Meglio tardi che mai, ma era già arrivata Lorenza Lei. La presenza delle donne è sempre positiva anche se non sono d’accordo con le quote rosa. Deve valere la meritocrazia”.
Com’è cambiata la sua vita?
“Negli ultimi due anni è arrivato l’amore della mia vita, ho sviluppato nuovi progetti a Sky, ho potuto pensare alla mia famiglia. Fino a pochi anni fa se avessi detto che avrei scelto altri ritmi, non ci avrebbe creduto nessuno. Ero workaholic, avevo un attaccamento morboso alla televisione, pensavo cose che non penso più. Oggi la priorità è la mia vita, se poi riesco a rendere un servizio al paese, contribuire con una goccia nel mare, meglio”.