DaDaDa torna sabato 4 gennaio, alle 16.15, su Rai1 con una puntata interamente dedicata ai bambini.
L'ormai storico programma di Rai 1 che accosta gag televisive, spezzoni cinematografici e interpretazioni musicali - di qui l'acronimo Da TV, Da film, Da canzoni - per illustrare un tema, nella puntata racconterà l'universo dell'infanzia passando dalle scenette sulla Befana a quelle sugli animali, il Circo, i pupazzi e quant'altro negli ultimi 60 anni ha fatto divertire generazioni di piccoli spettatori.
Rai Educational presenta “DA OGGI LA RAI. La nascita della televisione italiana”, di Michele Astori, Alessandro Chiappetta e Enrico Salvatori, in onda sabato 4 gennaio alle 21.20 su Rai Storia.
In occasione del sessantesimo anniversario dell’inizio del servizio pubblico televisivo in Italia, il 3 gennaio 1954, Rai Storia presenta un documentario che ripercorre le fasi preparatorie della sperimentazione TV, fino al traguardo di Roma collegata con Milano e Torino, che la RAI raggiunse in meno di un lustro (1949-1954). Il documentario, condotto da Massimo Bernardini, racconta il periodo in cui, sotto la guida di Sergio Pugliese, dagli studi di Torino (dal 1949), Milano (dal 1952) e Roma (dal 1953), tecnici, registi e attori presero confidenza con il nuovo mezzo di comunicazione, davanti ad un pubblico incredulo di poche migliaia di telespettatori, destinato a crescere in modo esponenziale in pochi anni. Si assiste alla costruzione della rete dei trasmettitori e dei ripetitori del segnale televisivo, spesso in condizioni di disagio ambientale: il 3 gennaio 1954 è già raggiunto dal segnale TV il 43% del territorio, dove vive il 36% della popolazione italiana.
Costruito con materiali d’epoca, notizie e filmati inediti, anche a colori, il documentario si avvale delle preziose testimonianze dell’attore Giorgio Albertazzi, di Nicoletta Orsomando (nel 1953 annunciatrice e volto della TV da Roma), l’attrice Isa Barzizza, prima diva del cinema a prestarsi al nascente mezzo, ed Elda Lanza, la prima presentatrice della TV e oggi giallista di successo. Nel corso del documentario sono presenti dei brani da un reportage realizzato nel decennale delle trasmissioni TV da Ugo Zatterin, TV dieci anni prima (1964), che raccoglie tutte le testimonianze del periodo epico della fase sperimentale, e restaurato con procedimento di telecinema in HD. Allo stesso modo sono stati riversati in HD anche i primi documentari che la Rai produsse per spiegare il funzionamento e il linguaggio della televisione (Dietro le quinte della TV) e la costruzione della rete dei trasmettitori e dei ripetitori (Nuove antenne TV). Vengono presentate rare immagini a colori degli studi televisivi di quei primi anni ‘50, ritrovate in un documentario prodotto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in quel fatidico 1954, dal titolo Undicesima musa.
C’e’ anche un retroscena inedito raccontato in Da oggi la RAI: negli anni della sperimentazione, la Rai vede infatti minacciato il proprio monopolio da una cordata di industriali del nord, riunitesi sotto il nome di “Gruppo Cisalpino”, che avevano intenzione, per aprire una televisione in Lombardia, di dar vita a un modello di TV commerciale ante litteram. Ma il ministro delle Poste del VII Governo De Gasperi, Giuseppe Spataro, blocca l’iniziativa, favorendo la RAI attraverso la missione di servizio pubblico, per riunire linguisticamente e culturalmente la penisola.
Piero Angela, Renzo Arbore, Pippo Baudo, Alessandra Comazzi, Giancarlo Governi, Carlo Sassi sono i testimonial che Tg2 Dossier, in onda sabato 4 gennaio, alle 23.45, su Rai 2, ha scelto per celebrare i 60 anni della Televisione italiana.
Raccontano la televisione com’era e come è oggi. Paludata e fredda quella delle origini, capace però di contribuire alla modernizzazione del paese in un dopoguerra carico di speranza. Emotiva e soggiogata dall’audience quella di oggi. La scelta dei protagonisti e delle trasmissioni che hanno lasciato il segno è inevitabilmente soggettiva, ma abbastanza ampia per stimolare ricordi comuni e riflessioni. Le lezioni del maestro Manzi (“Non è mai troppo tardi”) e del professor Cutolo (“Una risposta per voi”), i primi format ispirati dall’America (“Lascia o raddoppia” di Mike Buongiorno, “Specchio segreto” di Nanni Loi), il “Giro d’Italia” di Sergio Zavoli, “Novantesimo minuto”.
E poi i varietà del sabato sera come “Studio Uno”, “Canzonissima”, “Fantastico”, ancora oggi vetrina di professionalità straordinarie, di fronte e dietro le telecamere. E il Festival di Sanremo, colonna sonora dell’Italia fino ai nostri giorni. La cronaca nazionale e internazionale, rivista oggi, è storia. La lunga diretta del tentativo di salvare il piccolo Alfredo caduto in un pozzo a Vermicino, primo tragico esempio di tv del dolore. La stagione del terrorismo, le stragi di mafia, i disastri naturali e quelli provocati dall’uomo. Ma anche le grandi conquiste dell’umanità come il primo allunaggio, corredato dall’indimenticabile battibecco tra Tito Stagno e Ruggero Orlando sul preciso momento dell’impatto. Nel momento in cui ci si interroga sul futuro delle reti generaliste sempre più incalzate dai canali specializzati, uno sguardo sull’eredità, tutt’altro che trascurabile, di sei decenni di televisione di casa nostra.