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Boss in incognito, l'anti Briatore con manager al lavoro come finti operai

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Fonte: Ansa

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Boss in incognito, l'anti Briatore con manager al lavoro come finti operaiSi è tinto i capelli di biondo e ha abbandonato il gessato per la felpa per passare da imprenditore a magazziniere, scoprendo così le capacità e l'umanità dei suoi lavoratori: è stata una vera catarsi quella di David Hassan, protagonista della prima puntata di 'Boss in incognito', il docureality che andrà in onda dal 27 gennaio su Rai 2, condotto da Costantino della Gherardesca, che lo vede come «l'anti Briatore, l'opposto di The apprentice».

Se nel talent show di Sky, infatti, i concorrenti tentano la scalata sociale, su Rai2 i boss la scendono, fino ai gradini più bassi delle loro aziende, andando a lavorare per una settimana - ovviamente travestiti e con false identità - tra operai e impiegati.

L'apprendistato permette al boss di «vedere come vivono e lavorano i suoi dipendenti - spiega il direttore di Rai Due Angelo Teodoli - e riscoprire il rapporto umano con la base dell'azienda, che normalmente non c'è». Seguiti da una troupe televisiva che finge di girare un documentario per l'università sul reinserimento lavorativo di un disoccupato, i «boss in incognito» vengono istruiti sulle nuove mansioni, tutte pratiche, dai loro stessi dipendenti. Al termine della settimana, il manager convoca i lavoratori con cui è entrato in contatto per svelare loro la sua vera identità. Con alcuni è l'occasione per una 'messa a punto' del loro operato, per molti altri il momento per assegnare un premio o comunicare il passaggio da un contratto a tempo determinato a uno indeterminato.

Al centro di ogni puntata il cambiamento umano del manager che «all'inizio fatica a togliersi le vesti del capo - racconta l'autrice Cristiana Farina - ma dopo cinque giorni che fa una vita da operaio entra in vero contatto con i suoi dipendenti: è l'aspetto umano, non quello lavorativo, a rompere le barriere. Un boss che mette al centro le persone e non i profitti, soprattutto di questi tempi, è sovversivo».

Sul carattere rivoluzionario del docureality insiste molto anche il presentatore, Costantino della Gherardesca, quando racconta che il programma, trasmesso in 15 paesi, è stato ideato e prodotto dall'inglese Stephen Lambert che, insieme alla moglie giornalista Jenni Russell, «utilizzo' la sua influenza facendo un programma di largo consumo per migliorare lo stato sociale». Attenzione pero': «nonostante la crisi, non vogliamo mandare nessun messaggio - avverte Paolo Bassetti di Endemol Italia, che coproduce il programma - ma fare solo intrattenimento», anche se poi nello sviluppo del programma emerge «un mondo di imprenditori che vuole andare avanti e di dipendenti preoccupati di mantenere il posto». Rivoluzionario o meno, il programma «si inserisce nella linea di rinnovamento dell'offerta della rete - spiega Teodoli - con prodotti originali rispetto allo standard di genere».

Per ora sono previste 4 puntate, che «sono un test vero, se il programma funziona - garantisce il direttore - si ripeterà».In America e Inghilterra 'Undercover boss' è alla quinta stagione ma in Italia «il sistema televisivo non permette rivoluzioni. Si procede per gradi, è difficile affermare cose nuove, per innovare - continua Teodoli - bisogna scegliere prodotti giusti e crederci, superando anche le difficoltà iniziali».

A incarnare il cambiamento di Rai Due
l'ironia garbata di Costantino della Gherardesca, prima alla guida di 'Pechino Express' e ora di 'Boss in incognito', programma che «non sottovalutano il pubblico, che non vuole più - conclude il volto nuovo di rete - sgallettate in cerca di pubblicità». Nuovo anche il formato di 75 minuti, «una scommessa rischiosissima» per Teodoli, che punta a superare gli obiettivi di rete: «siamo al 7,5%, di lì in poi - conclude - è tutto benvenuto»

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