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Mauro Masi: ''Il mio allontamento dalla Rai? Una liberazione''

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Fonte: Digital-Sat (com.stampa)

T
Televisione

Una liberazione. Oggi ai microfoni del programma di Radio2 'Un Giorno da Pecora' Mauro Masi ha commentato così la fine del suo rapporto lavorativo con la Rai, che ha diretto per oltre due anni.

Tornato per la prima volta in uno studio della tv di stato dal 12 maggio, giorno in cui ha lasciato la direzione di Viale Mazzini, Masi ha spiegato ai due conduttori Claudio Sabelli Fioretti e Giorgio Lauro: "si, è la prima volta che torno in Rai, ma non mi fa nessuna impressione particolare".

Lei è andato via dalla Rai oppure è stato cacciato?
"Diciamo che dopo due anni e due mesi si era creato un rapporto difficile con il consiglio di amministrazione".

Quindi come lo definirebbe la chiusura del suo rapporto con l'azienda?
"La verità è che io l'ho vissuta come una liberazione".

Perché?
"Dopo due anni e due mesi di combattimenti, è stata una liberazione sul piano personale".

Cosa ha che non va la Rai secondo lei?
"La Rai ha un problema di governance, che va sicuramente rivista: il dg deve portare qualunque cosa al cda per farla approvare, e al tempo stesso il cda non può fare nulla se il dg non lo propone".

Questo cosa provoca?
"Questa è una somma di due debolezze, che possono diventare delle forze quando c'è una congiuntura alta, politica e sociale. Quando c'è un momento di difficoltà diventa un grosso problema".

Non è, quindi, una questione di uomini?
"No, è una è questione di regole".

Un confronto quasi fisico con Santoro per chiedere conto, a brutto muso, di quel famoso 'vaffanbicchiere'. Ora Annozero non andrà più in onda sulle reti Rai: lei ha più sentito Michele Santoro?
"Ci siamo sentiti l'ultima volta in quella famosa trasmissione e poi basta".

La rottura è nata dopo il famoso 'vaffanbicchiere'?
"Non solo, nei miei confronti  Santoro ha dato vita ad una serie di provocazioni personali inaccettabili".

A mente fredda avrebbe voluto reagire in modo diverso a quelle provocazioni?
"Io di carattere mi sarei comportato diversamente".

Come?
"Gli avrei detto: dimmelo in faccia, da uomo a uomo".

Sembra quasi che lo voglia sfidare fisicamente: è un'impressione sbagliata?
"Vuole sapere la verità? Ci va molto vicino. Io sono molto sanguigno".

Sta dicendo che sarebbe arrivato alle mani?
"Questo no, ma una sana lite a quattrocchi ci sarebbe stata tutta".

E ora che entrambi siete fuori dalla Rai, vorrebbe ancora avere un confronto con lui?
"Ora del dialogo con Santoro non me ne frega niente".

Se fosse costretto a scegliere, andrebbe a cena con Santoro o con Travaglio?
"Se proprio devo scegliere dico Santoro. Ma è come se ti chiedono: preferisci morire di peste o di colera..."

E' vero che potrebbe condurre un programma tv?
“Qualcuno mi ha offerto di fare un programma economico”.

Si dice che l'offerta sia venuta da Class. Lei è intenzionato a dire sì?
“Vediamo, l'offerta è una cosa poi bisogna accettarla”.

C'è un programma che le sarebbe piaciuto condurre in Rai?
“Si, io ho una passione per Voyager”.

Per quale motivo?
“Giacobbo fa delle trasmissioni imperdibili sulla fine del mondo nel 2012 e i Maya”.

E chi avrebbe voluto portare alla Rai e non è riuscito a farlo?
“Tanti”.

Per esempio?
“Mi piaceva tanto Paolo Bonolis, ma anche Fiorello”.

E tra i giornalisti?
“Antonello Piroso”.

Perché, a suo avviso, la maggior parte dei giornalisti che fanno tv sono di centrosinistra? “Il centrodestra è un mondo diverso, un'impostazione culturale e sociale diversa. In italia un certo tipo cultura, giornalistica e di approfondimento, che peraltro esprime professionisti di qualità, è tutta orientata a sinistra”.

Come giudica il flop del programma di Vittorio Sgarbi?
”Mi è sinceramente dispiaciuto”.

A suo avviso il programma era davvero tanto pessimo?
“Sgarbi è stato comunque l'unico a leggere una poesia di Dylan Thomas in prima serata. Il suo è stato un lavoro diverso, a suo modo grandioso anche nel fallimento”.

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